Con “L’Enigma di Pitagora e altre storie” (Altrimedia) Filippo Radogna si è aggiudicato la VII edizione del Premio della critica “Ernesto Vegetti” nella categoria antologia di fantascienza. La premiazione si è svolta ieri, 26 maggio, presso il Teatro Titano nella Repubblica di San Marino, alla presenza delle autorità e di alcuni tra i massimi scrittori italiani del genere fantascientifico.
Il Premio Vegetti è organizzato dalla World Science fiction Italia, associazione degli scrittori professionisti del fantastico, con l’alto patrocinio delle Segreterie di Stato per la Cultura e il Turismo della Repubblica di San Marino.
Il testo di Radogna, definito dallo scrittore Raffaele Nigro “interessante e sperimentale, tra realismo magico e fantascienza”, è ambientato tra passato e futuro, misteri e utopia, con personaggi che vanno da Pitagora a Scotellaro. Sino ad un giallo che si svolge il 28 agosto del ‘36, giorno della visita di Mussolini a Matera.
L’ambientazione è tutta lucana e le storie si svolgono tra gli scenari dei Rioni Sassi e della Murgia materana, le rive dello Jonio e i paesi dell’entroterra. Una nuova chiave di lettura del territorio molto apprezzata dalla comunità fantascientifica e che è valsa all’autore materano l’ambito riconoscimento.
Il Concorso è dedicato alla memoria di Ernesto Vegetti (1943 – 2010) figura storica della fantascienza italiana e Premio Europa per la Science fiction nel 1980. Le categorie sono Miglior romanzo, Miglior saggio e Migliore antologia.
Un romanzo, le radici lucane in cucina, un saggio sul lavoro e un volume per riflettere sulla morte: sono le quattro nuove proposte di Altrimedia in versione ebook, acquistabili nei maggiori store digitali.
Buona lettura!
UN ALBERO DI CACHI SONO STATA
Le comuni origini lucane accomunano Zeno De Blasi, medico geriatra dall’indiscussa professionalità e originalità e Adele, anziana donna vittima di uno scippo.
Il dottor Zeno definisce il suo reparto di geriatria un galeone pronto a salpare verso i sogni mentre i suoi pazienti sono “fanciulli” con i quali si addormenta durante il turno di notte. Nell’ospedale romano, mentre è accanto ad Adele, aleggerà una domanda: ha davvero senso l’innata repulsione per i cachi?
Il titolo del romanzo di Carmen Pafundi è “Un albero di cachi sono stata”. Il romanzo, nel 2014, ha vinto il “Premio Nazionale Ciociaria”.
C’è un mondo nell’arte di cucinare: perché aldilà di questa azione ci sono relazioni che si costruiscono, ricordi evocati, affetti, emozioni. “Fare a occhio” di Francesco Marano indaga le pratiche di cucina domestica in Basilicata e i significati locali del cibo, e lo fa entrando nelle case di anziane donne esperte di cucina. Si scopre uno scrigno di significati che da sempre accompagna le nostre nonne e le nostre madri nell’impegno quotidiano per la preparazione del cibo.
Francesco Marano antropologo e filmmaker, ricercatore all’Università della Basilicata, è autore di saggi, volumi e documentari etnografici proiettati e premiati in festival internazionali.
È di stretta attualità il volume di Pierre Carniti “La risacca. Il lavoro senza lavoro”, un’analisi lucida e puntuale sulla crisi occupazionale. In primo piano è la “questione lavoro” che, come afferma Chiara Saraceno nella prefazione “non è solo fonte di reddito. È anche fonte di dignità, di occasione di scambio interpersonale e sociale, perciò anche ambito di costruzione di senso per sé e per/con altri”. Carniti elenca dati, compara fenomeni internazionali e prende in esame quelle che, in materia, sono state le proposte più coraggiose e decisive sul lavoro in un’epoca in cui è sempre più scarso rispetto al numero di individui che vorrebbero accedervi. Pierre Carniti (1936) è stato uno dei massimi dirigenti sindacali negli anni Ottanta.
“Sto studiando per imparare a morire”: Antonio Thellung affronta il tema della morte in modo accurato e appassionato tanto che più che incutere timore per la morte infonde amore per la vita. Non è un testo ansiogeno ma ci spinge a vivere intensamente. La morte, infatti, nelle pagine di Thellung, è lontana dai luoghi comuni e ricorda prepotentemente la vita.
Thellung (1931) ha svolto numerose attività, tra le altre: scrittore, pittore, scultore, pilota d’auto, e per molti anni si è dedicato all’assistenza di malati terminali.
Con Altrimedia Edizioni ha pubblicato anche “Siamo forse il contrario di Dio”? (2015).
La cucina non è semplice cottura, ma è affetto, tradizione, passione. In questo nuovo volume a firma di Francesco Marano, è possibile sentire tutti i profumi delle ricette contenute, perché non si sfoglia un ricettario ma si entra nelle case delle donne che abitualmente le preparano quelle ricette. E allora si assaggia la storia che quella pietanza vuole raccontare, se ne gustano i ricordi della persona che la cucina, si riscoprono i piaceri di un ingrediente ritrovato. Perché se la preparazione del cibo è sicuramente una delle più diffuse passioni del momento, è anche vero che recuperare il senso delle sue radici culturali e familiari rappresenta un approccio diverso di cui forse si avverte un po’ la mancanza in un mondo affollato dalla mediazione culinaria di chef eventualmente rinomati e famosi. La nostra vuole essere la proposta di un itinerario diverso, un percorso alla scoperta delle profonde radici culturali, senza attardarsi a evidenziare nessuna dimensione edonistica della proposta culinaria. I toni confidenziali e coinvolgenti trasformano la raccolta di ricette in una rappresentazione della società che le ha prodotte e la cucina popolare assume i toni di una proposta gastronomica.
Le ricette sono accompagnate da video che non solo insegnano a preparare le pietanze ma permettono di entrare nelle cucine di queste donne.
“Matera in cucina non offre soltanto alcune ricette della tradizione materana, ma accompagna il lettore nelle case delle donne che abitualmente le preparano. Esse, per la maggior parte provenienti da famiglie contadine, ti sveleranno qualche segreto, ti racconteranno qualche aneddoto e ti confideranno momenti della loro vita legati alla cucina e alla vita quotidiana nella loro infanzia.”
“L’enigma di Pitagora e altre storie” di Filippo Radogna è tra le opere finaliste nella categoria Antologia di Fantascienza della VII edizione del Premio Ernesto Vegetti bandito dall’associazione World SF Italia – l’associazione italiana dei professionisti della fantascienza. La giuria, presieduta da Matteo Vegetti e composta da D. Longoni, F. Piccinini, L. Pietrafesa decreterà il vincitore il 26 maggio a San Marino.
Tra maggio e giugno la fortunata antologia di Radogna vivrà giorni intensi. Il 19 maggio a Matera, nell’ambito dell’iniziativa Il Maggio dei Libri, “L’enigma di Pitagora e altre storie” sarà presentata nella scuola media Torraca agli studenti delle seconde e ai piccoli delle quinte classi della scuola Marconi.
Il 12 giugno, invece, Radogna presenterà il libro a Torino nella sede dell’Associazione Carlo Levi. Con l’autore interverranno il professor Giuseppe Lupo, il saggista Felice Lafranceschina e il presidente dell’Associazione Levi Prospero Cerabona.
“L’enigma di Pitagora e altre storie”, – con prefazione di Donato Altomare e postfazione di Giovanni De Matteo -, contiene sedici racconti visionari ambientati nel Materano, un territorio che nel testo assume una nuova chiave di lettura, molto apprezzata dalla comunità del fandom fantascientifico – nel 2016 l’autore materano ha vinto il Premio Italia con “L’enigma di Pitagora”, il racconto che dà il titolo alla raccolta. Mondi sospesi tra passato e futuro, ipertecnologia e mistero, quindi, negli scenari dei millenari Sassi, sull’altopiano delle Murge e sulle rive dello Jonio. Vai al libro
Inossidabile, ha resistito negli anni rimanendo fedele all’entusiasmo iniziale: stiamo parlando del bookcrossing (letteralmente condivisione di libri nel senso che, dopo aver letto un testo chiunque può “abbandonarlo” e permettere ad altre persone di leggerlo) una pratica nata in America nel 2001 grazie all’intuizione dell’allora 36enne di Kansas City Ron Hornbaker definito “l’inventore del bookcrossing”.
La passione per la lettura e per le emozioni che inevitabilmente suscita e la grande democraticità del bookcrossing, da sempre completamente gratuito, sono il suo cuore pulsante che, oggi come ieri, non smette di contraddistinguerlo.
Recentemente la Coop, in 60 punti vendita, con l’iniziativa Seminar Libri ha allestito piccoli spazi di bookcrossing nei quali soci e clienti hanno la possibilità di scambiare testi, gratuitamente e senza alcun obbligo di registrazione.
Anche la casa editrice Altrimedia ha in serbo novità riguardanti il bookcrossing che presto andranno ad arricchire l’offerta dei “libri con i piedi”. Altrimedia, del resto, ha già vissuto questa esperienza proprio quando in Italia il bookcrossing era agli albori: lo ha fatto con la rivista Liberalia che, per un lungo periodo fece vivere nella città dei Sassi la magia dei libri liberati.
Il sito www.bookcrossing-italy.com è invece il primo in Italia: dal 2002 ad oggi ha totalizzato circa 510.000 utenti iscritti e ben 3.400.000 libri registrati. Una realtà consolidata che ha contagiato tutte le fasce d’età e alla quale in media si accostano trecento persone al giorno.
Il bookcrossing, insomma, è un fenomeno planetario, che non conosce barriere: sono ben 130 i paesi – dall‘Antartide fino allo Zimbabwe – nei quali è diffuso.
“L’odore della formaldeide/non è quello del sangue,/che non sento/perché la ferita è bellissima”. Sono alcuni versi di “Ingranaggi”, una delle liriche di “Alterni presagi”, la raccolta di poesie di Monica Martinelli, vincitrice della sezione inediti del premio letterario La città dei Sassi di Altrimedia.
Ricercato, appassionato, toccante, profondo: è lo stile di un’autrice che non ha paura di osare accostando termini e suggestioni tra loro distanti. Come in “Imbarazzo”: “L’oggi del se/il domani del forse./Un gravido ripetersi di noia/che partorisce – costantemente appagata -/insignificanti esseri immondi/nella mondità circostante”.
Sono “Alterni presagi” ora delicati ora sferzanti, mai banali: “Brava Monica – ha scritto Plinio Perilli nella prefazione – che di un’acconciatura fai uno stato d’animo, e di un filosofema, viceversa, una bizza gentile, una carineria da indossare – o forse di cui spogliarti ad arte… Il linguaggio vola! – ecco gli amanti di Chagall – traccia segni, vortica e organizza linee – come le creature profilate, irradiate da Matisse… Il linguaggio ricorda, solfeggia tempo perduto e amori ritrovati…”
L’autrice vive a Roma, dove si è laureata in Lettere presso l’Università “La Sapienza”. Ha scritto articoli e recensioni per la rivista “Rassegna di letteratura italiana”. Ha pubblicato poesie e racconti su varie antologie edite da Giulio Perrone Editore e da Aletti Editore, e delle poesie sulla rivista “Poeti e Poesia” diretta da Elio Pecora. Ha pubblicato, a novembre 2009, una silloge di poesie con prefazione di Walter Mauro dal titolo “Poesie ed ombre” (Tracce Editore), e poesie e racconti su vari blog. Scrive, inoltre, recensioni musicali per siti web culturali, in particolare sul sito www.radioland.it dove cura una rubrica sulla Cina.
La postfazione di “Alterni presagi” è firmata dal giornalista Nunzio Festa.
Primi caldi e voglia di mare, di relax, di letture sotto l’ombrellone… “Questo (non) è un paesaggio” di Silvana Kühtz e Francesco Marano, “La rivoluzione dell’automobile” di Francesco Morante, “Il biglietto” di Carla Faina e la raccolta di poesie di Valerio Cascini “Ereva Curaggio”: sono gli altri quattro titoli di Altrimedia disponibili nella versione ebook, da “sfogliare” ovunque e da portare sempre con sé sul proprio e-reader. È possibile acquistarli negli store digitali.
Ereva curaggio
Protagonista di “Ereva curaggio”, la nuova raccolta di poesie di Valerio Cascini, è il dialetto lucano di Castelsaraceno tra ricordi e testimonianze. L’autore, già vincitore del Premio Letterario “La città dei Sassi”, offre una nuova prova dove canta il segreto della sua terra natia e le immagini vanno, veloci dal passato verso la quotidianità: “U ggelato / i cingo lire / t’mugliav’ / a vocca / senza rire. Crema, limone, / ciucculata / sapia sul’ / i na manera / ma t’liccav / li baffe / fino a sera”.
Sentimenti, sensazioni e un pizzico di ironia nel romanzo “Il biglietto” di Carla Faina. Il biglietto è quello che dovrà accompagnare il regalo della madre, avvocato matrimonialista, per le nozze della figlia. Un compito in apparenza semplice, in realtà arduo, portato a termine in sette giorni nei quali la donna si ritaglia momenti preziosi per cercare le parole giuste da dedicare alla ragazza.
Dal convegno “Questo (non) è un paesaggio” organizzato a Matera dal Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo dell’Università della Basilicata nel maggio 2014 è nato l’omonimo libro nel quale, sul complesso tema del paesaggio, intervengono, in vario modo, studiosi di diverse discipline e artisti (tra loro Franco Arminio, Carlo Bruni, Sergio Camplone, Emmanuele Curti, Antonella Tarpino, Pancrazio Toscano, Ettore Vadini). Il tutto è stato coordinato da Silvana Kühtz e Francesco Marano.
È un piccolo saggio sul mondo dell’auto e sulla necessità di ripensare un nuovo modello industriale “La rivoluzione dell’automobile” di Francesco Morante. Si prende spunto, infatti, dalla pesantezza dell’industria automobilistica che, per come si è sviluppata a partire dal modello Ford, non le permette ampi margini di movimento nel campo dell’innovazione del prodotto. Il modello Ford è nato per produrre grandissime quantità di auto, tutte uguali. Da qui l’indispensabilità di nuovi processi produttivi e di una nuova struttura dell’automobile: modelli estremamente più semplici, modulari, in grado di essere gestiti facilmente.
“Mangia, mangia le verdure perché nel resto del mondo i bambini africani muoiono: sono cresciuto così, con l’immagine tragica del bambino africano che ogni giorno mi veniva ricordata da mia madre”. Il rimorso di Maurizio Canosa ha radici lontane. Lo ha spiegato, introducendolo con un pizzico di autoironia, venerdì sera a Matera nella sala Laura Battista della Biblioteca provinciale durante la presentazione del saggio Etica del rimorso. La rimozione del senso di colpa nella civiltà dei consumi (Altrimedia). Una presentazione brillante, malgrado la tematica impegnata e impegnativa, che ha analizzato le tante sfaccettature del rimorso utilizzando anche frame di film quali Matrix e Finchè c’è guerra c’è speranza.
“Molto prima di Kant,- spiega l’autore – il mio maestro di morale è stato Zagor, eroe dei fumetti altruista e coraggioso (cosi come, lo confesso, il paperino di Karl Barks è stato colui che mi ha insegnato il valore dell’ozio improduttivo, prima e meglio dei vari Aristotele, Seneca, Lafargue)”.
La particolarità di Etica del rimorso è nella capacità di andare oltre la visione prettamente filosofica attingendo a discipline che solo in apparenza sembrerebbero in antitesi con il pensiero dei Padri del sapere.
Non mancano riferimenti presi dalla stretta attualità, con l’aiuto di ricerche, indagini, reportage giornalistici ed esperienze di vita: ciò che emerge è una filosofia pop, nel quale trovano spazio i contrasti stridenti dei giorni nostri. Come ha affermato Canosa: “I poveri non sono coloro che hanno poco ma coloro che hanno bisogno di molto”.
Secondo l’editore, Vito Epifania, pubblicazioni come Etica del rimorso evidenziano l’importanza di “riappropriarsi di una grammatica del vivere comune”.
Etica del rimorso inaugura la nuova collana della casa editrice Altrimedia, PhiloLab: i proventi della vendita del libro saranno devoluti in beneficenza ad un’iniziativa che la casa editrice Altrimedia sta individuando.
Nel Sasso Barisano c’era Rosaria del sale (ricordata da sua figlia Bice), in piazza Sedile c’è Marco (avvocato prima, maestro di cucù oggi, le sue creazioni sono state donate al Dalai Lama e a Morgan Freeman), in via delle Beccherie Raffaele (figlio e nipote d’arte e un passato da fisico) con le sue ceramiche, in via Ridola c’è Massimo (è un informatico ma si è trasformato nel re dei timbri del pane)…
È firmato da sei guide sui generis – Rita Montinaro, Stefania Clemente, Marco Bileddo, Rossella Nicoletti, Sergio Fadini, Beniamino Lecce – e quattro illustratori – Rosita Uricchio, Marìca Montemurro, Danilo Filippo Barbarinaldi, Pino Oliva – Fuori traccia. Insoliti itinerari materani: sei “mappe” che non si limitano a rappresentare alcuni scorci di Matera ma affiancano poesie, citazioni, passi di libri – perché l’idea è quella di narrare i luoghi non in modo esclusivamente descrittivo ma aggiungendo storie, racconti, gente.
Gli autori, infatti, più che soffermarsi su itinerari e digressioni storiche – notizie quanto mai abusate – sono andati alla ricerca di aneddoti e personaggi che, con il loro vissuto, sono o sono stati l’emblema dei luoghi che raccontano.
“Voci di donna”, “Arti e botteghe”, “Matera tra visibile e invisibile. Su e giù per i secoli”, “La città nuova: Serra Venerdì”, “Le resistenze materane” e “Fatti mandare dalla mamma a prendere l’acqua” sono i sei capitoli che racchiudono gli itinerari suggeriti, tutti impreziositi dalle tavole di giovani illustratori.
Una curiosità: gli autori sono un gruppo eterogeneo di persone non tutte materane che in comune hanno però l’amore per Matera.
È stata un’atmosfera piacevole e informale ad accompagnare, sabato scorso a Potenza, nel Museo archeologico provinciale “M. Lacava”, la presentazione del libro di Isabella Marchetta “Quando Lara Croft arrossì. L’ordinarietà straordinaria di un’archeologa” di Isabella Marchetta.
Piacevole perché l’autrice, così come traspare dal libro, ha fatto in modo che si superassero, con aneddoti e ironia, i luoghi comuni che l’archeologia spesso porta con sé; informale perché, nonostante un autorevole parterre di relatori, l’affiatamento e la semplicità hanno dato vigore ad una serata all’insegna della passione per gli scavi, l’antichità, il passato millenario.
Dopo i saluti di Anna Grazia Pistone, funzionario archeologo del Museo, sono intervenuti Katia Lacerra (Presidente Associazione GIAA Basilicata), Lucia Colangelo (Archeologa, Associazione GIAA Basilicata) e Vito Epifania (Casa Editrice Altrimedia) mentre la giornalista Anna Mollica (Il Lucano Magazine) ha dialogato con la scrittrice.
Archeologa specialista nella Tardantichità e Medioevo, Marchetta, materana, è archeologo da cantiere e ha nella Basilicata e nel Molise i suoi ambiti territoriali privilegiati di lavoro, non mancando però esperienze anche in Campania e Calabria. Collabora attivamente anche con strutture museali finalizzando la sua attività allo studio dei reperti da scavo e alle fasi di allestimento delle sedi museali.
L’archeologia del terzo millennio è descritta in modo inconsueto: storia e storie costruite sulle esperienze dirette dell’autrice, flash di vita vissuta tra cantieri e amici/colleghi sparsi per l’Italia. Non è un trattato per gli addetti ai lavori ma un libro in cui la routine dell’archeologo è descritta da racconti che la rendono familiare e permettono di superare riserve e preconcetti su una professione non semplice ma piena di fascino.
Come spiega l’autrice nel suo “Quando Lara Croft arrossì”, “le mie storie nascono da questo ordinario per me straordinario. E in questo libretto hanno il sapore un po’ nostalgico e un po’ divertito di un esperimento. Le dieci storie che ho raccolto sono piccoli episodi di vita: hanno un espediente dietro che è venuto fuori istintivo, senza intento costruito. È stato mosso dall’idea spontanea di comunicazione come necessaria trasmissione orale e corale della memoria collettiva, come azione di integrazione genuina, come premura per il patrimonio identitario, come strumento di propagazione “fragrante” di conoscenza, giammai affabulatorio, ma sempre empatico.
Accanto alla disciplina scientifica, infatti, tutto questo permea l’archeologia dei nostri tempi. Quella fatta di terra colloquiale della quale dobbiamo sentirci strumento per rispondere al diktat della trasmissione di sapere. Un sapere cittadino oltre che di scienziati.
Queste storie hanno il senso di un racconto intero, continuo e personale, suddiviso, solo per comodo, in dieci brani. Esattamente come l’archeologia sono un lungo racconto a piccoli episodi”.
Il volume, che contiene illustrazioni di Silvio Lorusso, ha il carattere dell’interazione con il lettore, per empatia e curiosità, ma anche per un curato apparato di oltre 50 note esplicative, 23 approfondimenti a tema e un ricco corredo di rimandi al web attraverso numerosi QR-code. Il volume inaugura la nuova collana di Altrimedia dal titolo ArcheoComunicazione ideata e curata da Isabella Marchetta.
Prossimo appuntamento in Basilicata con la presentazione del libro, il 16 aprile a Melfi alle 18 nel Museo Civico, Palazzo Donadoni in Vico Rispoli. Dopo i saluti di Livio Valvano, sindaco di Melfi. Interverranno Michele Sedile (Presidente Archeoclub Melfi), Vincenzo Fundone (Socio Archeoclub Melfi), Vito Epifania e Gabriella Lanzillotta (Casa Editrice Altrimedia). Dialogheranno con l’autrice Rosanna Ciriello (già funzionario MIBACT) e Filomena Nitti (Istituto Comprensivo P. Berardi – F.S. Nitti – Melfi).
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