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Redazione

A Sant'Arcangelo con

A Sant’Arcangelo con “Voci dal silenzio”

Ogni presentazione si porta dietro il suo personalissimo bagaglio di sorprese e quella di Sant’Arcangelo ci piace presentarvela come un bell’esempio di resilienza e partecipazione attiva. Con Daniela Lella e il suo “Voci dal silenzio” ci siamo immersi in una realtà che vuole cambiare e, come il percorso del libro, non si arrende alle grandi difficoltà che un territorio del sud incontra per poter offrire una chance di futuro ai propri giovani. Lo sanno benissimo l’assessore, assolutamente non convenzionale, alla Cultura e al Turismo Lucia Finamore, la sua collaboratrice Nicoletta Costantino e l’intera giunta guidata da un sindaco anche lui “inconsueto”. Un gruppo di lavoro che ci crede e che anche attraverso la valorizzazione del contenitore biblioteca #spazioaperto, sta lanciando stimoli ed evidenze che le cose possono trasformarsi.

Una presentazione, dicevo all’inizio, che ha coinvolto tutti e che toccando con la dovuta sensibilità, sempre sincera, il tema della violenza di genere ha richiamato il protagonismo del pubblico. Insegnanti ma anche genitori che hanno messo sul tavolo le loro difficoltà e le loro iniziative per educare all’affettività e alla parità di genere; ma anche tante giovani donne che si sentono in cammino sulla strada di quell’autonomia che le fa vivere benissimo anche senza un uomo. Un confronto anche serrato che non ha omesso di ricordare i tanti ostacoli quotidiani che si incontrano, perché la mediazione tra persone e situazioni è sempre cosa complicata ma non impossibile. E quella dose di coraggio che l’autrice ha messo nel suo viaggio alla ricerca di perché, è lo stesso che Lucia Finamore ha sottolineato esserci nelle donne che subiscono per troppo tempo e che poi decidono di dire stop. In questa dimensione di lotta gli stereotipi si è inserito il flash mob dell’A.S.D. Liberti’s Gym di Teresa Liberti, un gruppo di donne che ha voluto contribuire alla riflessione ballando One Billion Rising*: l’invito globale a liberarsi «dalla prigionia, dall’obbligo, dalla vergogna, dal senso di colpa, dal dolore, dall’umiliazione, dalla rabbia, e dalla schiavitù» che ha fatto ballare miliardi di persone in giro per il pianeta. Anche noi a Sant’Arcangelo il 18 marzo “abbiamo” ballato per chiedere giustizia ancora una volta.

 

* Era il 2013 quando Eve Ensler, autrice del celebre I monologhi della vagina, lanciò in tutto il mondo una campagna rivoluzionaria, One Billion Rising: il punto di partenza era la drammatica statistica per cui una donna su tre in tutto il pianeta sarà picchiata o violentata nel corso della propria vita. L’obiettivo era far ballare e manifestare un miliardo di persone nel mondo, il giorno di San Valentino, per denunciare quella violenza e affermare la volontà di porvi fine. L’enorme successo della manifestazione, con adesioni da oltre 200 nazioni, ha trasformato One Billion Rising in un appuntamento annuale.

 

Incontri sulla violenza di genere

Incontri sulla violenza di genere

Fare gli editori significa, in fondo, essere dei sobillatori, avere la passione per i corto circuiti…si masticano sfide con la passione per i problemi piuttosto che per le soluzioni. Potrebbe sembrare eccessivo, velleitario, in realtà vuole essere semplicemente “rivoluzionario”, perché come abbiamo dimostrato in una giornata romana in cui siamo riusciti a fare ben 3 presentazioni, si cambia solo a patto di volere andare oltre, di volere rompere gli schemi… Come Daniela Lella che non si è arresa alla sua giovane età e ha sfidato la sorte, universitaria, con una tesi sulla violenza di genere che poi è diventato questo libro “tosto” che si intitola “Voci dal silenzio”. Nel corso della presentazione alla facoltà di Scienze della comunicazione della Università pontificia, la prima in una mattinata che ti attaccava jazz e buon umore, è emersa tutta la complessità di una questione che non è fatta “semplicemente” (passatemi l’estremizzazione apparentemente poco rispettosa delle vittime) di uomini che uccidono donne…Perché è fatta di vecchie malsane abitudini di considerare le bambole un gioco da femmine e le macchine uno da maschi; le conquiste un vanto per gli uomini e una reputazione “da poco di buono” per le donne; è fatta di una mancata educazione sentimentale che non insegna il giusto modo di rapportarsi all’altra/o; è fatta di una società che ti insegna che la competizione vale più del rispetto del prossimo. La psicologa intervistata da Daniela, Chiara Gambino, ha poi ricordato come le donne spesso non denunciano perché traumatizzate, quindi non in grado di reggere la deflagrazione che provocherebbe una denuncia. Non tutti sono in grado, in ogni momento della propria vita, di esercitare la resilienza. Quindi riconsideriamo l’opportunità di lasciarsi andare ad affermazioni tautologiche tipo “Ma io non capisco come non denuncino…”.Accanto a stereotipi e a gabbie mentali, si rintraccia poi un’assenza di attenzione vera, perché le parole si svuotano di senso se non le traduci in azione, e uno Stato non può essere così distante, concretamente, dalla sua missione di cura: i centri antiviolenza vanno ampliati, sostenuti; le scuole aiutate nel dialogo pedagogico, prima che nozionistico, con i propri studenti… Troppo facile approfittare della disponibilità volontaria e volontaristica dei tanti operatori impegnati nelle reti a sostegno delle donne… I costi, dicono, sono eccessivi e non “ce la si fa”. Ma siamo disposti a pagare, in termini sociali, il costo altissimo che stiamo pagando ogni giorno in termine di morti, di rovesciamento dei valori, di spese extra tra tribunali/forze dell’ordine/operatori? Daniela lo sottolinea nel suo libro: cambiare è possibile, a patto che ogni tassello di questa complicata organizzazione sociale si rigeneri. Una rigenerazione che nel confronto può trovare una regia efficace, perché se creo strumenti per dibattere trovo la via per mettere da parte ciò che mi serve per costruire un modello che funzioni. Noi di Altrimedia edizioni ci stiamo provando, anche attraverso la pubblicazione dell’antologia fantastica Rosa sangue” (di cui abbiamo parlato nel corso della seconda presentazione romana, anzi formellese) che affronta la drammaticità del fenomeno attraverso vari registri narrativi capaci di coinvolgere e a far sentire vicini chi altrimenti sentirebbe tutto ciò troppo “pesante”. La prossimità è cosa diversa dalla vicinanza, lo sanno bene le due suore (qui mi sono scoperta io piena di pregiudizi) che ho incontrato nel corso dell’ultima presentazione e che dopo avere ringraziato Daniela per il suo libro, hanno ringraziato noi di Altrimedia per il nostro coraggio…e io ho sentito quei pregiudizi, finalmente, sgretolarsi…

Italia e Giappone a confronto

Italia e Giappone a confronto

Italia e Giappone, paesi più vecchi del mondo, crescita bassa e debito pubblico boom, unico dato divergente , l’occupazione

di Nicola Cacace,1/1/2017

Shinzo Abe, primo ministro giapponese da oltre un decennio è salito agli onori della cronaca per aver dato il suo nome ad una nuova teoria, Abenomics, consistente nella massiccia iniezione di capitali pubblici nell’economia, senza risultati apprezzabili sulla crescita. Anche l’Italia può lamentare decenni di risultati negativi sulla crescita pur avendo aumentato il debito pubblico. Due paesi geograficamente e culturalmente lontani, appaiono vicini per risultati socio-economici, fatta eccezione per l’occupazione che il Giappone ha mantenuto ad alti livelli malgrado la “decrescita”, a differenza del’Italia.

Quali sono i paesi col più basso indice di natalità? Giappone, 1,3 figli per donna e Italia, 1,4 contro una media mondiale di 2,0.

Quali sono i paesi più vecchi del mondo? Giappone, 46 anni di età media ed Italia 45, contro una età media mondiale di 30 anni.

Quali sono i grandi paesi dall’economia più stagnante da decenni? Italia la cui crescita media è stata zero% dal 2000 al 2015 e Giappone, la cui crescita media è stata dello 0,8% nello stesso periodo. Contro una crescita mondiale media del 3,5%.

Quali sono i grandi paesi col più alto debito pubblico al mondo? Giappone col 240% del Pil ed Italia col 130%.

Quali sono i paesi col più basso livello di IDE, investimenti diretti esteri? Nell’ultimo decennio sia in Italia che in Giappone gli IDE in entrata ,sono stati inferiori all’1% dei rispettivi Pil.

Quali sono i grandi paesi industriali col più basso numero di stranieri immigrati? Giappone col 2% ed Italia con 8,3%, contro valori medi molto più alte di altri grandi paesi, S.U, Canada, Germania, G.Bretagna, Francia, Spagna, tutti superiori al 13%.

Giappone ed Italia differiscono solo per il dato occupazionale. Mentre il Giappone ha il più basso tasso di disoccupazione dei paesi OCSE,4%, l’Italia ha il più alto dopo la Spagna, 12%, mentre il Giappone ha un tasso di occupazione (rapporto tra occupati e popolazione 15-64 anni) tra i più alti 72%, l’Italia ha il più basso, 56%. Cioè all’Italia mancano 6 milioni di occupati per avere un tasso di occupazione simile a quello giapponese. Come è stato possibile questo miracolo occupazionale? In Giappone l’obiettivo piena occupazione è una priorità del governo e delle imprese, perseguita con molte procedure, dal lifetime employment, occupazione a vita alla seniority, salari che aumentano con l’anzianità più che con i soli meriti. Poiché quasi metà dell’occupazione opera in tali regimi, e più della metà in regimi più precari, part time, lavori occasionali, etc., nei periodi di crisi si attivano tutte le misure pro occupazione da parte delle imprese e dello Stato, con abolizione degli straordinari, riduzioni di orario, pensionamenti anticipati (in Giappone l’età pensionabile è tra le più basse 60 anni) il tutto agevolato con generosi contributi del Governo, il cui debito pubblico è infatti il più alto del mondo (da notare che il debito pubblico giapponese è tutto in mano ai giapponesi che si contentano di un interesse bassissimo, a differenza di quello italiano, largamente in mani straniere).

In sintesi la mia tesi è semplice, la stagnazione economica ed occupazionale dell’Italia ha molte cause, a cominciare dalla inefficienza della pubblica amministrazione e della Giustizia, per finire ad un capitalismo industriale familiare ed asfittico, ma la causa numero uno è la bassa natalità ed il conseguente invecchiamento che danneggia sia la domanda che l’offerta e quindi il Pil e l’occupazione.

Dal lato della domanda il Pil è fatto per l’80% di consumi ed i consumi degli ultrasessantacinquenni, abitazioni, abbigliamento, mobilità, alimentari, con l’eccezione dei farmaci, sono meno della metà di quelli della popolazione più giovane. Dal lato dell’offerta nella società digitale la maggioranza delle innovazioni è fatta dai giovani ed infatti l’Italia è un paese a bassa innovazione che non riesce a dar lavoro neanche ai suoi giovani che sono la metà di trent’anni fa. Da tutti i dati emerge con chiarezza che l’eccessivo invecchiamento mette in crisi l’economia di un paese, a meno di non compensarla con flussi immigratori paralleli ed intelligenti, come ha fatto ad esempio un altro paese a bassa natalità e molto vecchio , la Germania (45 anni di età media) che ha migliorato la condizione demografica prima con massicce immigrazioni di italiani, spagnoli e turchi, poi di siriani, afgani, africani ed oggi ha una quota di immigrati superiore al 15% della popolazione. E a meno di non ridurne i danni sociali con politiche pro labor, riduzioni di orario e simili. L’Italia invece marcia in direzioni contrarie, con la precarietà crescente dei giovani senza futuro e senza figli e con le paure anti immigrati che non si abbassano neanche davanti al fatto che 4000 Comuni su 8000 sono in via di spopolamento e destinati a divenire Comuni fantasma?

Il futuro demografico del paese è addirittura peggiore del presente, perché la natalità sembra ulteriormente – quest’anno sono nati meno di 500mila bambini, meno di un anno fa – e perché un forte sentimento anti immigrazione avanza sotto la spinta degli sbarchi continui dal Mediterraneo che impauriscono la gente, anche per la propaganda di odio anti immigrati diffusa dai partiti populisti. Il tutto favorito dal fatto che pochi conoscono i danni che un invecchiamento della popolazione da bassa natalità e bassa immigrazione, producono sul sistema produttivo e previdenziale. Sono uscite di recente due “previsioni demografiche al 2050 a migrazioni zero” elaborate da Eurostat e dal prof. Livi Bacci che non hanno avuto circolazione mediatica. Il quadro che ne esce è nero non tanto per le riduzioni di popolazione di 10 milioni, da 60 a 50, quanto per l’ulteriore invecchiamento. L’Italia, paese ad alta intensità abitativa, potrebbe vivere benissimo con 10 milioni di cittadini in meno, ma non con 12 milioni di giovani in meno e 2 milioni di anziani in più

L’età media della popolazione passerebbe dall’attuale 45 a 53 anni e l’indice di dipendenza anziani (rapporto tra popolazione di 65 anni e più e popolazione di 15-64 anni) passerebbe dall’attuale 34% al 43%, che decreterebbe il tracollo definitivo dell’assetto socio-economico e previdenziale del paese.

Presentato

Presentato “Matera. Il manuale del turista”

“Un libro che è un piacere sfogliare.” Questo il commento ricorrente tra il pubblico che ha partecipato alla presentazione del libro “Matera. Il manuale del turista” svoltasi ieri,  22 dicembre, presso la Sala Levi di Palazzo Lanfranchi a Matera.

Una guida interattiva, ricca di innumerevoli approfondimenti tutti da ricercare attraverso i QR Code presenti nel  volume che amplificano, quasi all’infinito, la dotazione delle informazini a disposizione dei lettori. In questo modo ogni edizione, ce ne sarà una per ogni anno, potrà ulteriormente arricchire quanto presente nella pubblicazione, offrendo aggiornamenti continui.

“Matera. Il manuale del turista”  accompagna il visitatore alla scoperta del paesaggio, della cultura e della storia della città di Matera, dei rioni Sassi e del Parco archeologico storico-naturale delle chiese rupestri del Materano. Oltre agli itinerari che descrivono i luoghi da visitare, la guida si arricchisce di informazioni utili per preparare il viaggio e per comprendere tutti gli aspetti della città millenaria, tra le più antiche al mondo, senza tralasciare le informazioni sulla storia e l’archeologia, i mestieri e l’artigianato artistico, le feste religiose e popolari, le sagre e le tradizioni gastronomiche, i prodotti tipici e i piatti della cucina territoriale.

Giovanni Ricciardi si occupa a tempo pieno di turismo da oltre vent’anni ed è stato tra i primi a credere nello sviluppo turistico della città. Svolge l’attività di direttore tecnico d’agenzia di viaggio, la professione di guida turistica in Basilicata e Puglia, di guida ambientale escursionistica e di guida del parco delle chiese rupestri del materano. “Matera, come tutte le città d’arte, – ha sottolineato Giovanni Ricciardi – ha un’alta propensione turistica e un potere d’attrazione straordinario. Il suo vantaggio competitivo deriva dal suo immenso e diversificato patrimonio artistico e culturale e dalla vasta offerta di servizi. La città ha fatto registrare, soprattutto negli ultimi anni, un numero sempre crescente di turisti che ritornano più volte all’anno per seguire un itinerario diverso, un evento culturale o una festa religiosa. “Matera. Il manuale del turista” è un invito a programmare un viaggio di scoperta, a scegliere l’itinerario in base ai propri interessi in totale autonomia, senza rinunciare ai prodotti dell’artigianato e della gastronomia, e un invito per il turista a ritornare ancora un volta.”

 

 

https://www.facebook.com/altrimediaedizioni/

Presentazione

Presentazione “Matera. Il manuale del turista”

 22 Dicembre ore 18.00 Centro Carlo Levi (Palazzo lanfranchi, Matera)

Giovedì 22 dicembre Altrimedia edizioni presenta, alle ore 18.00 presso la Sala Levi di Palazzo Lanfranchi, la nuova pubblicazione di Giovanni Ricciardi “Matera. Il manuale del turista”.

Si tratta di una guida che si rinnova ogni anno, questa è infatti l’edizione 2017, ricca di innumerevoli approfondimenti tutti da ricercare attraverso i QR Code presenti nel testo. Un pratico e agile strumento, programmato per interagire con il web così da arricchire le informazioni disponibili per i lettori, che non sacrifica il rigore dei dati alla fluidità del racconto, ma mantiene in equilibrio i due aspetti realizzando una narrazione densa e immediata. La pubblicazione è stata pensata all’interno di un progetto di promozione turistico-editoriale più ampio, – ha spiegato l’editore Vito Epifania – del quale forniremo ulteriori dettagli giovedì prossimo.”

Con professionalità e passione, questa “guida narrante” accompagna il visitatore alla scoperta del paesaggio, della cultura e della storia della città di Matera, dei rioni Sassi e del Parco archeologico storico-naturale delle chiese rupestri del Materano. Oltre agli itinerari che descrivono i luoghi da visitare, la guida si arricchisce di informazioni utili per preparare il viaggio e per comprendere tutti gli aspetti della città millenaria, tra le più antiche al mondo, senza tralasciare le informazioni sulla storia e l’archeologia, i mestieri e l’artigianato artistico, le feste religiose e popolari, le sagre e le tradizioni gastronomiche, i prodotti tipici e i piatti della cucina territoriale.

Giovanni Ricciardi si occupa a tempo pieno di turismo da oltre vent’anni ed è stato tra i primi a credere nello sviluppo turistico della città. Svolge l’attività di direttore tecnico d’agenzia di viaggio, la professione di guida turistica in Basilicata e Puglia, di guida ambientale escursionistica e di guida del parco delle chiese rupestri del materano. “Matera, come tutte le città d’arte, – ha sottolineato Giovanni Ricciardi – ha un’alta propensione turistica e un potere d’attrazione straordinario. Il suo vantaggio competitivo deriva dal suo immenso e diversificato patrimonio artistico e culturale e dalla vasta offerta di servizi. La città ha fatto registrare, soprattutto negli ultimi anni, un numero sempre crescente di turisti che ritornano più volte all’anno per seguire un itinerario diverso, un evento culturale o una festa religiosa. “Matera. Il manuale del turista” è un invito a programmare un viaggio di scoperta, a scegliere l’itinerario in base ai propri interessi in totale autonomia, senza rinunciare ai prodotti dell’artigianato e della gastronomia, e un invito per il turista a ritornare ancora un volta.”

Giovanni Ricciardi, nato a Matera nel 1971, ha scelto di vivere e di lavorare nella sua terra. Dopo aver conseguito il diploma di maturità classica, si iscrive presso la facoltà di ingegneria elettronica del politecnico di Bari. La passione per l’archeologia, la storia, la storia dell’arte, la geologia, la botanica e l’escursionismo, lo portano però ad abbandonare la facoltà universitaria per dedicarsi allo studio dei Sassi di Matera e dell’habitat rupestre nei suoi molteplici aspetti. Si occupa a tempo pieno di turismo da oltre vent’anni ed è stato tra i primi a credere nello sviluppo turistico della città. Svolge l’attività di direttore tecnico d’agenzia di viaggio, la professione di guida turistica in Basilicata e Puglia, di guida ambientale escursionistica e di guida del parco delle chiese rupestri del materano. Pratica l’escursionismo in tutte le aree protette della regione ed è autore di numerose pubblicazioni di libri e di articoli su riviste specializzate di turismo. Spesso alterna l’opera di formatore nel settore turistico all’attività di location manager e assistente, per riprese televisive e cinematografiche, documentari, servizi fotografici e radiofonici. È anche istruttore di atletica leggera e pratica lo sport a livello amatoriale e agonistico. 

Un libro allunga l'estate

Un libro allunga l’estate

Fino al 31 Agosto con i libri Altrimedia Edizioni risparmi il 30% e allunghi la tua vacanza.

Non sottovalutare il potere “abbronzante” di un libro. Sotto l’ombrellone l’effetto “tempo vola” accorcerà la distanza tra te e la tintarella, regalandoti una splendida abbronzatura in tutta sicurezza. Perdersi nelle storie di Altrimedia Edizioni, che siano poesie, racconti o saggi, amplificherà la tua estate, sosterrà la tua voglia di libertà e annullerà fatiche e noia. A noi il dovere di prepararti una buona valigia di libri belli, intensi e low cost ;). Buone Vacanze.

Altrimedia mette in offerta per tutto il mese di agosto 31 libri, con il 30% di sconto.

Alcuni titoli sono di narrativa e poesia:

In offerta anche alcuni saggi tra i quali i due di Antonio Thellung:

 

Alcuni titoli sono legati al territorio:

 

In offerta anche due titoli pubblicati nella collana “Walking-on-the-line”

 

E cinque titoli della collana “Tempi moderni”

(se si supera la spesa di € 10,00 la spedizione è gratuita)

Un pubblico eccezionale per una serata memorabile

Un pubblico eccezionale per una serata memorabile

Un grande successo e una serata memorabile: questa la sintesi della serata di ieri 28 giugno a Casa Cava, gremita come non mai per la presentazione del volume “Il Carro e la festa”. Condotta da Antonio Andrisani, grafico, regista e ora consacrato anche brillante oltreché ironico presentatore; introdotta dal magnifico video di Mario Raele/RVM sulla Festa della Bruna; intervallata dagli squilli di tromba del mitico trombettiere della “Cavalcata” Eustachio Barbaro detto “pomodoro” e dalle letture di Sergio Gallo, la serata si è svolta in maniera fresca e informale con grande interesse da parte di tutto il folto pubblico e un grande apprezzamento del lavoro di Antonio Sansone e di Vito Epifania. Per chi fosse interessato, sulla pagine Facebook dell’evento a questo link sono disponibili i video della serata.
Le Il Carro e la festa sono di Michele Capolupo / Sassilive.

Di te m'inebrio. La Calabria nel libro di Giuseppe Viggiani.

Di te m’inebrio. La Calabria nel libro di Giuseppe Viggiani.

Altrimedia Edizioni  esce ancora una volta con una pubblicazione dedicata ai territori. Questa volta si tratta della Calabria. Una terra incredibile che ancora oggi sconta disattenzione saccheggi di ogni sorta. In questo libro di Giuseppe Viggiani, ingegnere civile che per molti anni si è dedicato ad attività di volontariato nella tutela della fauna selvatica poi ad attività professionali per aree protette e università nel campo della conservazione della natura, dà forma a racconti di vicende vissute nel corso di un ventennio, nella sorprendente natura della Calabria. Ciò che era e che sarebbe dovuto restare, narrato attraverso avvenimenti appassionanti ed esperienze incancellabili, accompagnate dall’osservazione di rapaci meravigliosi. Ciò che drammaticamente resta o si prepara, descritto, in maniera cruda e asfissiante, tramite il resoconto del decadimento e del degrado imperversanti. Le due fasi separate da un evento tragico, la perdita di un insostituibile riferimento, la cui presenza pervade tutto il racconto e ricompare, caustica e implacabile, attraverso poche, drastiche affermazioni: “Queste montagne moriranno di Parco”, “Basterà una generazione e, di quello che c’era, si perderà anche la memoria”, “Bisogna aspettare. Anche la distruzione ha i suoi tempi”, “La natura è protetta finché non serve”.

A Matera si va, si torna, si resta

A Matera si va, si torna, si resta”, un caso turistico-letterario firmato Sergio Fadini

Un piccolo successo editoriale firmato Altrimedia Edizioni:  “A Matera si va, si torna, si resta” di Sergio Fadini. A un mese dalla prima presentazione, da allora è seguito un tour in giro per la Basilicata e la Puglia destinato a varcare presto i confini delle due regioni, il racconto di viaggio/residenza di Sergio Fadini continua a raccogliere un bel consenso di pubblico.

“Sergio Fadini è un materano acquisito, per scelta e non per nascita. Ma dei materani ha la stessa capacità di scavo, di ricerca paziente, di raccolta e conservazione, di lenta e precisa conquista degli spazi e dei tempi, dei modi e delle forme. Come se, per un curioso gioco del destino, avesse Matera nel Dna e non solo nel cuore. Ed è un patrimonio che riversa nelle pagine di un libro fatto di storie e luoghi, immagini e persone, indicazioni utili per il turista e incontri da ricordare e narrare per diletto. Lo fa con garbo e ironia (spesso si ride con gusto ed eleganza), scrupolo del dettaglio, dati e numeri e soprattutto amore sconfinato per questa città. Il tutto perché aveva un sogno caparbio che non gli dava pace: creare un posto dove il viaggiatore potesse dormire e far colazione la mattina, come se fosse a casa sua. Anzi meglio.” “Una quarta di copertina – sottolinea l’editore Vito Epifania – che riporta al lettore la giusta dimensione, di passione e di precisione, con le quali l’autore racconta questo suo progetto di vita e di cultura. Una narrazione di cui abbiamo apprezzato la freschezza, lo stile spontaneo e curato, ma soprattutto le provocazioni su temi a noi particolarmente cari quali gli impatti del turismo nel sud e il valore di un turismo responsabile per un territorio impegnato nella sfida epocale del 2019. In questo momento di risveglio e di slancio verso orizzonti importanti, abbiamo la responsabilità di interrogarci sul tipo di scelte da compiere, sulla loro qualità e sulla loro sostenibilità.”

Il libro “A Matera si va, si torna, si resta” inaugura la nuova collana “Paesaggi Raccontati” che nasce sulla scia dell’omonimo progetto dedicato alla narrazione dei territori che Diotima, società proprietaria del marchio Altrimedia Edizioni, ha realizzato assieme ad altri partner di livello internazionale, con l’intento di narrare i territori attraverso diverse tecniche narrative: scrittura, ma anche tecniche pittoriche ispirate ai carnet des voyages, foto e video-reportage. La collana intende proporre testi innovativi, dove la narrazione dei luoghi non è solo descrittiva ma si imbeve di storie, di racconti, di gente. Ogni paesaggio ha un’anima, questi racconti la colgono nei dettagli, nel panorama di sfondo, nei siti che lo caratterizzano, nei percorsi segnati e in quelli nascosti, nei cartelli e nei monumenti, nella natura che lo colora e persino nelle ferite che lo avviliscono. Nelle storie che s’intrecciano, incuriosiscono e stupiscono e – a volte, ma non di rado – lasciano senza fiato. Per una visita che dia l’opportunità di tornare a casa con un bagaglio nuovo e colmo, c’è bisogno anche di una guida, di qualcuno che accompagni discreto perché sa dove andare, indichi le strade e i posti che ha già conosciuto nei particolari e sa come trasmetterli. Queste pagine hanno proprio questo compito: aiutare uno sguardo diverso, indicare i momenti e i posti che non puoi perdere, e farlo con la semplicità e insieme la cura, l’accortezza e la passione di chi sa che raccontando una storia, raccontando le storie, si apre un sentiero. E ti viene solo la voglia di ritornarci un’altra volta ancora…”

“Fare a occhio”, la cucina domestica in Basilicata

Altrimedia edizioni esce con un nuovo volume dedicato al territorio. Per la collana Walking on the line, Francesco Marano indaga il complesso campo delle pratiche della cucina domestica in Basilicata. Perché cucinare non serve solo per rendere il cibo commestibile e gradevole, ma anche per costruire relazioni, evocare ricordi, rafforzare affetti, produrre emozioni”. Il nuovo titolo “Fare a occhio” rivela quanto ampio e variegato possa essere il mondo, e quindi il relativo sapere, che si apre dietro la cucina di ogni famiglia, di ogni donna lucana, ma non solo.