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Quelle assordanti “Voci dal silenzio”

Partire dall’educazione, cambiare modelli e stereotipi che, fin dalla tenera età, ingabbiano le “femminucce” in ruoli accudenti e i maschietti in destinatari di cure e attenzioni: è solo il primo passo per tentare di arginare la violenza contro le donne. Ed è l’assunto alla base di Voci dal silenzio di Daniela Lella, un libro-ricerca sul fenomeno della violenza di genere che, prendendo spunto dalle storie di Lucia Annibali e Veronica De Laurentiis – entrambe intervistate dall’autrice -, scandaglia la tematica ascoltando rappresentanti delle forze dell’ordine, avvocati, psicologi, responsabili di Centri di accoglienza e strutture per uomini maltrattanti fino ad affrontare la problematica della comunicazione e del rapporto tra violenza e mass media.

“Un’intera società deve essere in continuo aggiornamento per contrastare il fenomeno e realizzare un percorso di progettazione condiviso, – scrive Lella – la costruzione di un linguaggio comune che permetta alla donna e ai minori vittime di violenza di sentirsi “sostenuti” totalmente da una rete, fatta prima di persone e poi di enti, strutture, autorità. La parte umana, comprensiva, di ognuno di noi dovrebbe venire prima di tutto. Immaginate quanto sia difficile per una donna ammettere che il proprio uomo, un uomo scelto per tutta la vita, abbia abusato di lei? “Mettersi nei panni dell’altro” è il primo passo da fare, lasciando il giudizio al di fuori.”

La prefazione del testo è firmata dal CollettivoDonneMatera che dal 2013 dà voce a tutti quei silenzi (dall’omosessualità all’aborto, solo per citarne alcuni) che caratterizzano la nostra società.

Daniela Lella è nata nel 1991 a Matera. Appassionata di scrittura, nel corso della laurea triennale in Lettere ha approfondito il legame con il mondo della narrazione. Dopo la laurea magistrale in Giornalismo e cultura editoriale a Parma ha avviato collaborazioni con alcune testate giornalistiche locali. Proprio dalla tesi-inchiesta del suo lavoro universitario conclusivo è nato questo libro, sul quale ha continuato a lavorare a Matera.

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