In un’epoca di consumo anti-umano, l’umanità colpisce dritto al cuore. Questa fame di cura, accoglienza e sostegno è tutto quello di cui abbiamo bisogno nella nostra vita, soprattutto quando le difficoltà e la malattia ci vengono a trovare… perché i modelli di perfezione verso cui ci guidano i social e il mainstream non stanno funzionando ci stanno rendendo disfunzionali e infelici. E Mirna Mastronardi, autrice del libro “Merito del cuore”, lo sa bene, e lo ha raccontato anche a Bernalda nel corso della presentazione organizzata mercoledì 12 novembre dall’architetto Franca Di Giorgio in rappresentanza del FAI e insieme alle altre associazioni intervenute (Fidapa, Croce Rossa, Fidas, Acli…). Quella di Mirna è una storia che conquista per la straziante e dolorosa sofferenza che alimenta però una forza sovrumana in grado di fare “miracoli” terreni, quelli che permettono a chi non ha le possibilità di accedere, finalmente, alla speranza di una cura per guarire dal cancro. Mirna che si ammala, che cade e si rialza grazie a persone che si fanno in parte carico di quel dolore e la sostengono e lei, di conseguenza, che si sente in obbligo di restituire quella disponibilità passando il favore e creando una realtà, AGATA, che piano piano arriva a diventare la prima associazione che combatte il cancro della Basilicata. Ma lei non si sente un eroe, anche se in tanti non possono che correttamente definirla un esempio, continua a dire che semplicemente fa quello che le sembra giusto e inchioda tutti noi davanti allo specchio della verità: non possiamo sottrarci a quel senso del dovere di umanità che il presidente Mattarella le ha riconosciuto, sì anche a lei, quando l’ha insignita dell’onorificenza OMRI di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana in qualità di fondatrice dell’associazione “Agata – Volontari contro il cancro OdV ETS”.
“Come in un film” di Anna Giammetta, presentato ieri 10 novembre al Cinema Il Piccolo di Matera, ha conquistato il pubblico accorso numeroso. Insieme ai giornalisti Vito Bubbico e Franco Martina (Giornalemio.it), Gabriella Lanzillotta ha moderato la serata dialogando con l’autrice sui numerosi temi presenti nel libro. Dai titoli dei film, alle città location di successo, passando per la gastronomia dedicata al cinema e alle numerose curiosità che popolano il racconto del libro. Non sono mancati amarcord suggestivi che hanno regalato al pubblico memorie personali, come quella di una “piccola e giovane autrice coinvolta, a sua insaputa, nelle riprese del film Cristo si è fermato a Eboli mentre si recava con la famiglia a un funerale a Craco”, scena di vita vera presa in prestito dal cinema per trasmettere al pubblico quel realismo, lucido e opaco al tempo stesso, di cui il regista Francesco Rosi è stato espressione geniale. La serata si è arricchita di incursioni nel mondo delle fiction, da Imma Tataranni Sostituto Procuratore a Lolita Lobosco, accarezzando quelle città, Matera e Bari, che hanno accolto queste donne con la cura e la dedizione che si riserva ai progetti importanti. Anna Giammetta ha svelato come le sue passioni per la scrittura, i viaggi e il cinema l’abbiano condotta, quasi senza volere, alle pagine divenute poi una piccola guida itinerante per attraversare l’Italia ispirata al cinema. Non sono mancati i numerosi plausi ai talenti e ai professionisti che in questi anni il territorio ha espresso e continua a esprimere nell’ambito del cinema (registi, attori, direttori e organizzatori di festival, esperti in cineturismo…) A breve nuove presentazioni a Matera e in giro per la provincia continueranno a muovere domande e suscitare interesse per quello che sta dimostrando essere una piccola cassetta degli attrezzi per chi il cinema ama attraversarlo come un universo multiverso. (Foto @Michele Morelli)
Lunedì 10 novembre alle ore 17, presso il Cinema Il Piccolo di Matera, Altrimedia Edizioni presenta il libro “Come in un film. Viaggio nell’Italia ispirata al cinema” di Anna Giammetta. A dialogare con l’autrice ci saranno Gabriella Lanzillotta, direttrice editoriale di Altrimedia Edizioni, e i giornalisti Vito Bubbico e Franco Martina, di Giornalemio.it.“Come in un film” si propone come un itinerario tra luoghi, emozioni, curiosità e pellicole che hanno reso l’Italia un grande set a cielo aperto, da Matera a Roma, da Napoli a Trieste, dalle isole del Sud alle città del Nord. Ogni capitolo si apre con una citazione, un dialogo cult e si chiude con una Cinecuriosità. Un viaggio attraverso una narrazione tematica e appassionata, con capitoli strutturati come episodi, titoli di testa, battute che “di copione in copione” diventano il filo narrante di un’Italia attraversata da un lungo e immaginario red carpet e da set e macchine da presa ovunque. ,,Una vera e propria guida che prende vita dalla passione personale dell’autrice per il cinema e la sua esperienza professionale presso l’Ufficio Cinema del Comune di Matera – città dove vive e lavora – che da anni accoglie produzioni cinematografiche italiane e internazionali.,Pagina dopo pagina, infatti, l’autrice ci accompagna in un percorso leggero ma ricco di spunti, tra location, festival, musei, ricette cinematografiche, citazioni e scorci del nostro Paese che sono diventati protagonisti silenziosi di film che si fanno ricordare.,“Avete mai pensato al cinema come al modo più magico per viaggiare? Io sì”, scrive l’autrice.,“E con questo libro vi invito a farlo insieme a me, seduti comodi, magari con una tazza di caffè al posto dei pop corn”. Un invito a sognare e a partire, macchina fotografica (o da presa) alla mano.
Una serata intensa e densa di emozioni quella vissuta sabato 20 settembre in occasione della cerimonia di premiazione dei vincitori della ottava edizione del Premio letterario nazionale Liberalia “La città dei Sassi”. Sulla suggestiva terrazza di Casa Cava si sono avvicendati Maurizio Camerini (primo classificato insieme a Matteo Camerini sezione Narrativa) premiato dalla giornalista Sissi Ruggi; Cesare Cuscianna (primo classificato sezione Poesia) premiato dalla professoressa Maristella Trombetta (componente del Comitato direttivo dell’associazione Liberalia); Renato De Lucia (terzo classificato sezione Poesia) premiato da Daniela Lupi, in qualità di componente del Comitato di lettura di Liberalia; Giacomo Fiori (sezione Saggi) premiato dall’archeologa Isabella Marchetta (componente del Comitato direttivo dell’associazione Liberalia); Sabino Napolitano (primo classificato sezione Racconto breve) premiato da Angela Loperfido, in qualità di componente del Comitato di lettura di Liberalia e Andrea Zavagli (classificato secondo e terzo posto sezione Racconto breve) premiato da Mimmo Centonze, in qualità di componente del Comitato di lettura di Liberalia. Anche il Comune di Matera, nella persona dell’assessore alla Cultura Simona Orsi presente per tutta la durata dell’evento, ha riconosciuto l’impegno profuso dalla associazione Liberalia in collaborazione con Altrimedia Edizioni, Streamiotica e Diotima (sponsor tecnico), a sostegno della valorizzazione culturale in uno spirito di comunità al servizio del territorio.,,Vito Epifania, presidente di Liberalia, e Gabriella Lanzillotta, direttrice editoriale di Altrimedia, si sono avvicendati in una conduzione che ha cercato di offrire ai partecipanti il senso di un progetto che ha sempre fatto della responsabilità e della condivisione i suoi principali alleati. “Abbiamo sempre perseguito una progettualità che concretamente potesse sostenere la crescita della nostra comunità, promuovere iniziative come il Premio e pubblicare libri hanno risvolti estremamente pratici perché si traducono in comportamenti come il prendersi cura e condividere responsabilità. Dunque azioni concrete capaci di mettere in discussione visioni manichee che invece di sostenere la messa in comune incoraggiano l’individualismo rendendo impossibile qualsiasi tipo di progresso sociale.” Rinnovati i ringraziamenti ai giurati Gianni Antonio Palumbo, Paolo Restuccia, Marica Spalletta e Pasquale Vitagliano (per vari motivi impossibilitati a partecipare); a tutti coloro che hanno sostenuto il progetto, come i fotografi Enza Doria e Michele Morelli, il Residence San Pietro Barisano per l’ospitalità, lo staff di Streamiotica, la prima podcasting house della Basilicata, con i suoi oltre 150 podcast ideati, prodotti e realizzati interamente dallo staff di Diotima, e quanti, anche in passato, come Ombre Meridiane, non hanno fatto mancare il proprio sostegno.
Di seguito riportiamo le motivazioni della giuria per i primi classificati
Narrativa 1° classificato Matteo e Maurizio Camerini L’ultima carta“Opera realizzata con efficacia, nella quale si sente l’esigenza di mescolare generi e discipline diverse. Il romanzo si sviluppa da un’idea originale che sembra di grande attualità. Il linguaggio non è inerte e mantiene un registro coerente ed efficace. Racconto che realizza un felice connubio di azione e attitudine meditativa, con cui gli autori danno prova di notevole abilità nella costruzione dell’intreccio.” La Giuria
Poesia 1° classificato Cesare Cuscianna Memoria delle carceri “Il poeta tesse un canto di distonia; lo fa con sapiente ricerca lessicale, dando vita a un dettato aspro eppure dotato di una sua musicalità. Viva nella silloge è l’autoanalisi, in una costante auscultazione dell’interiorità. Colpisce anche la limpida e comunicativa tensione dialogica.” La Giuria
Saggi 1° classificato Massimo Fiori Musichenonsai “Lo stile vivace, con quella giusta velatura ironica, riesce ad avvicinare il lettore al mondo della musica classica semplificando e mai banalizzando la materia trattata. Una lettura senza dubbio godibile e interessante, tale da andare oltre la forma del saggio e meritarsi una considerazione proprio per la scrittura e l’invenzione letteraria” La Giuria
Racconto breve 1° classificato Sabino Napolitano Delitto nella nebbia“ Il testo desta subito l’interesse del lettore, attraverso una valida costruzione della voce narrante e la capacità di pennellare un’atmosfera suggestiva, accentuata dalla fascinazione della nebbia, reale e metaforica. La vicenda è certamente ben condotta, sino alla rivelazione finale e allo scioglimento.” La Giuria
Sabato 20 settembre l’associazione Liberalia in collaborazione con Altrimedia Edizioni e Streamiotica promuovono, alle ore 19 presso la terrazza di Casa Cava, la cerimonia di premiazione dei vincitori della ottava edizione del Premio letterario nazionale Liberalia “La Città dei Sassi”.
Questo Premio, voluto dall’Associazione Liberalia, tra i soggetti promotori del progetto “Patto per la Lettura” che ha portato Matera a diventare Città che legge, si inserisce perfettamente nel novero delle iniziative tese a incentivare e sostenere la diffusione e la promozione delle attività culturali legate alla lettura.
Parteciperanno all’evento, tra gli altri, il presidente di Liberalia Vito Epifania, la giornalista Sissi Ruggi e, in qualità di componenti del Comitato direttivo dell’associazione Liberalia, Isabella Marchetta (archeologa Medievista) e Maristella Trombetta (docente di Filosofia e Critica delle Arti visive presso l’Università di Bari). Saranno presenti i primi tre classificati delle sezioni Narrativa, Poesia e Racconti brevi e i primi due della sezione Saggistica. Per la sezione Narrativa primi classificati sono i materani Matteo Camerini e Maurizio Camerini con l’opera, a quattro mani, L’ultima carta; al secondo posto Gli indeformabili di Danilo Cannizzaro di Santa croce Camerina della provincia di Ragusa e terza classificata l’opera Posto in prima fila di Domenico Romano Mantovani di Monfalcone in provincia di Gorizia. Per la sezione Poesia il vincitore è Cesare Cuscianna con Memoria dalle carceri da Caserta; seconda classificata Francesca Semeraro con Fra le rovine un fiore della città di Leporano in provincia di Taranto e al terzo posto la silloge Poesie di Renato De Lucia da Bergamo. La Saggistica ha visto classificarsi al primo posto Musichenonsai di Giacomo Fiori di Sant’Arcangelo di Romagna in provincia di Rimini e al secondo posto il manoscritto Volo economico sul pianeta di Giuseppe Rocco da Bologna. Per la sezione Racconto breve si è classificato al primo posto Delitto nella nebbia di Sabino Napolitano dalla città di Andria; secondo classificato e terzo classificato Andrea Zavagli con le opere La terapia e La versione di greco dalla città di Firenze.
Quest’anno la folta partecipazione da tutta Italia, come dimostrano i vincitori che, eccetto i primi classificati della sezione Narrativa, sono di fuori regione, ha reso il lavoro della giuria impegnativo ma di certo stimolante, anche grazie all’importante lavoro di pre selezione delle opere svolto dal comitato di lettura. “La qualità dei lavori, mediamente buona e nel caso dei vincitori davvero notevole, – ha sottolineato Vito Epifania, presidente dell’associazione Liberalia – sostiene la ragione per il quale abbiamo fortemente voluto il Premio “La Città dei Sassi”: offrire a talenti nascosti la possibilità di emergere e di contribuire attraverso le loro opere alla promozione della cultura e della lettura in un momento nel quale diventano ancora più importanti quali forze costruttrici di ponti.”
Una serata all’insegna della introspezione e dell’empatia quella trascorsa sabato 13 settembre a Montescaglioso, presso la sala del Capitolo dell’Abbazia di San Michele Arcangelo (concessa grazie alla disponibilità dell’assessore comunale Francesca Fortunato seduta tra i presenti), in occasione della presentazione nell’ambito degli appuntamenti off de “Il Paese dei libri”. Un pubblico attento ha assistito al dialogo tra l’autrice di “Umano”, Luisa Artuso (organizzatrice della serata in qualità di componente della redazione de “Il Paese dei libri”) e Francesco Moro (Amabili Confini). Numerose le domande e le curiosità di Moro e Artuso sull’opera prima della giovane autrice che non ha risparmiato aneddoti e dietro le quinte del suo lavoro editoriale. Dalla ricerca di punti di vista altri ai numerosi input che il suo lavorare con i bambini le “procura”, Gaia Campagna ha provato a raccontare il valore che tutto questo ricopre nella definizione della sua scrittura molto intesa e certosina. “Cerco sempre di raccontare me attraverso la scoperta di cosa potrebbe fare o pensare un’altra persona e quando raggiungo la sintesi di questo processo chiudo la storia. Anche per questa necessità di comporre una storia attraverso più storie ritengo funzionale la forma del racconto, e dunque un’antologia finale, rispetto al romanzo.” La sua giovane età apparentemente inconciliabile con lo stile da scrittrice con esperienza pluridecennale di sicuro rende ancora più accattivante un libro che, anche in questa occasione, ha ottenuto un riscontro unanime.
Si è conclusa la I edizione del Festival di Libri in terrazza “Note, Gusto & Parole” con la presentazione del polar “Teorema Boikena” di Giuseppe Dalessandro. Una storia che cattura grazie a una trama intrigante, dei personaggi convincenti e delle ambientazioni vivide come scene di un film che corre veloce, questo romanzo ha incantato il pubblico attento della terrazza all’aperto di Casa Cava. A rendere ulteriormente interessante l’opera prima di Dalessandro la dimensione antropologica che corre parallelamente alla trama, elemento centrale della storia ma anche pretesto per esplorare le relazioni tra quanti, persone e dinamiche della piccola località colpita dal crimine, si avvicendano nel libro. Una narrazione che risente della passione per l’osservazione dell’autore e della sua passione per i dettagli. A suscitare curiosità anche l’origine del libro, nato appunto da un fatto realmente accaduto oltre quarant’anni fa in una cittadina di provincia e mai risolto. Indagini che si mescolano a temi come l’amicizia e la generosità e che prendono per mano il lettore fino alla dedica, sentita e corale, alle donne vittime di violenza: perché si riprenda l’ambizione di parlarne sempre per mettere in concreto una rieducazione della società, lasciando indietro facili e usurati capri espiatori. “Teorema Boikena” ha chiuso nel segno del crime e dei suoi numerosi interrogativi la prima edizione di un Festival, che nel suo piccolo, ha saputo offrire occasioni di riflessioni e confronti, nel segno di un aperitivo letterario leggero.
Venerdì 5 settembre, all’interno del cartellone estivo di Libri in Terrazza “Note, Gusto & Parole”, è stato presentato “I luoghi dell’anima” di Elena Baldassarre. Un libro all’interno del quale si scopre una Matera che va oltre l’immagine da cartolina dei Sassi, è la Matera delle cripte scavate nella roccia, delle leggende popolari e della pietà contadina, dei santi che proteggono la città e dei monaci che per secoli hanno abitato la Murgia. A raccontarla, in una suggestiva terrazza che affaccia sui Sassi e guarda proprio a quella Murgia, l’autrice, grande appassionata della storia locale e dei suoi non detti spesso trascurati a favore di storie romanzate… L’opera, come è stato ribadito più volte nel corso della serata, non è una guida turistica tradizionale, ma un invito a un viaggio spirituale e culturale. Le chiese rupestri, le cattedrali e i monasteri diventano tappe di un percorso che non si limita alla scoperta architettonica: ogni edificio custodisce memorie, leggende e riti che hanno forgiato l’identità materana. Il testo si apre con le origini del Cristianesimo in terra lucana, quando il monachesimo orientale si intrecciava con la vita rurale. Segue poi il racconto dei secoli segnati da invasioni, latinizzazioni e nuove forme di culto, che hanno dato vita a una stratificazione unica, leggibile ancora oggi nelle absidi scolpite nel tufo e negli affreschi bizantini sopravvissuti al tempo. Tra i luoghi più suggestivi emergono la Chiesa di Sant’Angelo e Santa Maria (molto più nota come Cripta del Peccato Originale), definita la “Cappella Sistina” della pittura rupestre, e le chiese legate al culto di Sant’Eustachio, il generale-santo che secondo la tradizione salvò Matera dall’assedio saraceno. Ogni pagina alterna la precisione della ricerca storica al fascino del racconto popolare, creando un intreccio che avvicina tanto lo studioso quanto il visitatore curioso. Tra i filo conduttori troviamo anche il tufo: pietra dura e friabile, fragile e resistente. Su di essa l’uomo ha inciso segni di fede, creando spazi che sono insieme rifugio e preghiera. Dalle cripte ipogee fino alla Cattedrale che svetta sulla Civita, il percorso diventa metafora di un’ascesa verso il Trascendente. Con questo libro, Matera si rivela non solo capitale della cultura, ma anche città dell’anima: un luogo in cui sacro e profano, storia e leggenda si fondono, restituendo al lettore la percezione di un patrimonio che va oltre l’arte, per toccare le radici stesse dell’identità collettiva.
C’è un filo invisibile che lega le fotografie di Annachiara Molinari alle parole di Maurizio Camerini: non si tratta di un semplice rapporto di illustrazione o commento, ma di un vero e proprio dialogo, un intreccio in cui immagine e testo rimandano ciascuna all’altra e si completano. Presentare il volume nella splendida cornice della Terrazza di Casa Cava ha reso plastica e viva la materia curata nel libro, si è realizzato sensorialmente e visivamente il paesaggio della Murgia sospeso tra materia e spirito. Le fotografie di Annachiara Molinari e i testi di Maurizio Camerini hanno offerto al pubblico non soltanto un libro, infatti, ma un vissuto, in itinere, di tipo corporeo e intellettuale che esprime il senso del libro nato dal cammino condiviso degli autori e che restituisce al lettore la Murgia come esperienza totale, fatta di luce e silenzi, di roccia e vento, di memoria e intuizione. La scelta del titolo evoca subito un doppio riferimento: da un lato, il Quaderno a cancelli di Carlo Levi, che con la sua scrittura “a griglie” suggeriva l’idea di uno sguardo filtrato e insieme liberato; dall’altro, i cancelli come varchi, soglie da attraversare per entrare più profondamente nel paesaggio, ma anche, e forse soprattutto, come limite che aiuta a definire ciò che siamo nel rispetto di quella misura che ci rende capaci di esercitare la nostra libertà. Ed è proprio questa la forza del libro: non fermarsi alla superficie delle pietre, ma penetrarne l’anima, come se fossero “parole incise da millenni”, alfabeti che richiedono tempo, silenzio e attenzione per essere decifrati. I testi di Camerini, densi e stratificati, oscillano tra la riflessione filosofica e l’evocazione poetica rimandando come “echi” a suggestioni numerose e molteplici che vanno da Baruch Spinoza a Pierre Hadot, passando da Haruki Murakami e Franco Cassano andando oltre Aldous Huxley. Si avverte la sua formazione di viaggiatore e praticante di yoga e mindfulness, capace di trasformare il gesto del camminare in meditazione. Non a caso introduce la suggestiva nozione di “batocezione”: un settimo senso che consente di vivere la profondità, di immergersi nel paesaggio come corpo-sonar, che riceve ed emette vibrazioni. Le immagini di Molinari parlano e scrivono con la sobrietà della luce ma anche attraverso la verità dell’oscurità. Non mostrano la Murgia come cartolina, ma come corpo vivo, spesso ferito, ma anche solenne e profondamente intimo. Sono fotografie che sanno indugiare, che fissano dettagli — una pietra scavata, una radice, un varco di grotta — trasformandoli in segni, quasi in ideogrammi visivi, e parti di sé. Il risultato è un libro “in itinere”, non un oggetto chiuso, ma un invito a proseguire il cammino, a farsi viandanti della Murgia reale dopo averla esplorata nelle pagine. La lettura suscita infatti il desiderio di percorrere gli stessi sentieri, di sostare davanti agli stessi scorci, di ascoltare i silenzi che Molinari e Camerini hanno tradotto in linguaggio. Murgia a cancelli non è dunque solo un omaggio al paesaggio, ma un esercizio di attenzione e presenza. È un libro che invita a rallentare lo sguardo, a sostare davanti alla pietra fino a sentirne il respiro. E ci ricorda che la natura, quando la si osserva davvero, non è mai muta: parla, come parlano le pietre, con un linguaggio che attende di essere ascoltato.
Presentato ieri nella splendida Terrazza di Casa Cava “Pietre di confine. Il Castelvecchio di Matera e le fortificazioni appulo-lucane” di Enrico Lamacchia, il quarto volume della collana Origini di Altrimedia Edizioni (curata dall’archeologa Isabella Marchetta) che si arricchisce con questo titolo di un nuovo tassello dedicato alla storia urbana e architettonica di Matera. Nel corso della serata è stato messo in evidenza come il libro sia stato il risultato di un lavoro durato ben 5 anni che l’architetto Lamacchia ha avviato con sua la tesi di laurea magistrale in Architettura presso l’Università di Firenze e che poi è proseguito con il perfezionamento per renderlo un volume adatto alla pubblicazione. L’architetto Lamacchia, giovane studioso di grande rigore e passione, ha inteso indagare le origini medievali del nucleo fortificato di Matera, conosciuto come Castelvecchio, oggi quasi del tutto inglobato dall’edificato moderno. Come il libro con il lettore anche il dialogo tra l’editore e l’autore ha guidato i presenti lungo un viaggio che parte dalle prime tracce altomedievali, passa per Normanni, Svevi e Angioini, fino al declino della funzione militare e alla trasformazione in quartiere civile in età moderna. Le suggestive ricostruzioni grafiche tridimensionali presenti nel volume aiutano a immaginare ciò che il tempo ha cancellato, restituendo vita a mura, torri e porte oggi perdute. A dare ampiezza allo sguardo e sostegno al volume lo sguardo comparativo alle fortificazioni vicine (da cui la seconda parte del titolo titolo …”e le fortificazioni appulo-lucane”, che colloca Matera in un contesto più ampio, quello appulo-lucano, arricchendo la prospettiva sul ruolo della città nel Mezzogiorno medievale.
Il valore del lavoro risiede anche nell’approccio multidisciplinare: Lamacchia coniuga la prospettiva dell’architetto – attento alla lettura urbana e ai processi di trasformazione dello spazio – con quella dello storico e dell’archeologo, grazie alla guida dell’archeologa medievista Isabella Marchetta (curatrice della collana Origini), restituendo un quadro complesso ma leggibile della città come organismo in continua evoluzione. Attraverso fonti storiche, carte, rilievi e comparazioni con altre fortificazioni del territorio, Lamacchia ricostruisce le origini urbane della città e il ruolo strategico del pianoro della Civita, mostrando come Matera non sia solo “città dei Sassi”, ma anche città di confine, crocevia di culture, poteri e architetture difensive.
Come sottolinea il professor Giorgio Verdiani nella prefazione, l’opera non è solo un esercizio di ricostruzione storica, ma anche un invito a guardare Matera con occhi nuovi: «un atto di conoscenza che apre a un futuro consapevole». Con “Pietre di confine” la collana Origini conferma la sua vocazione: indagare le radici locali con sguardo innovativo e accessibile, offrendo al lettore non solo un libro, ma un vero progetto di memoria condivisa.
Usiamo cookie per ottimizzare il nostro sito web ed i nostri servizi.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.