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Note, Gusto & Parole per Libri in terrazza: presentato “Pietre di confine. Il Castelvecchio di Matera e le fortificazioni appulo-lucane” di Enrico Lamacchia per la collana “Origini” di Altrimedia Edizioni

Note, Gusto & Parole per Libri in terrazza: presentato “Pietre di confine. Il Castelvecchio di Matera e le fortificazioni appulo-lucane” di Enrico Lamacchia per la collana “Origini” di Altrimedia Edizioni

Presentato ieri nella splendida Terrazza di Casa Cava “Pietre di confine. Il Castelvecchio di Matera e le fortificazioni appulo-lucane” di Enrico Lamacchia, il quarto volume della collana Origini di Altrimedia Edizioni (curata dall’archeologa Isabella Marchetta) che si arricchisce con questo titolo di un nuovo tassello dedicato alla storia urbana e architettonica di Matera. Nel corso della serata è stato messo in evidenza come il libro sia stato il risultato di un lavoro durato ben 5 anni che l’architetto Lamacchia ha avviato con sua la tesi di laurea magistrale in Architettura presso l’Università di Firenze e che poi è proseguito con il perfezionamento per renderlo un volume adatto alla pubblicazione. L’architetto Lamacchia, giovane studioso di grande rigore e passione, ha inteso indagare le origini medievali del nucleo fortificato di Matera, conosciuto come Castelvecchio, oggi quasi del tutto inglobato dall’edificato moderno. Come il libro con il lettore anche il dialogo tra l’editore e l’autore ha guidato i presenti lungo un viaggio che parte dalle prime tracce altomedievali, passa per Normanni, Svevi e Angioini, fino al declino della funzione militare e alla trasformazione in quartiere civile in età moderna. Le suggestive ricostruzioni grafiche tridimensionali presenti nel volume aiutano a immaginare ciò che il tempo ha cancellato, restituendo vita a mura, torri e porte oggi perdute. A dare ampiezza allo sguardo e sostegno al volume lo sguardo comparativo alle fortificazioni vicine (da cui la seconda parte del titolo titolo …”e le fortificazioni appulo-lucane”, che colloca Matera in un contesto più ampio, quello appulo-lucano, arricchendo la prospettiva sul ruolo della città nel Mezzogiorno medievale.
Il valore del lavoro risiede anche nell’approccio multidisciplinare: Lamacchia coniuga la prospettiva dell’architetto – attento alla lettura urbana e ai processi di trasformazione dello spazio – con quella dello storico e dell’archeologo, grazie alla guida dell’archeologa medievista Isabella Marchetta (curatrice della collana Origini), restituendo un quadro complesso ma leggibile della città come organismo in continua evoluzione. Attraverso fonti storiche, carte, rilievi e comparazioni con altre fortificazioni del territorio, Lamacchia ricostruisce le origini urbane della città e il ruolo strategico del pianoro della Civita, mostrando come Matera non sia solo “città dei Sassi”, ma anche città di confine, crocevia di culture, poteri e architetture difensive.
Come sottolinea il professor Giorgio Verdiani nella prefazione, l’opera non è solo un esercizio di ricostruzione storica, ma anche un invito a guardare Matera con occhi nuovi: «un atto di conoscenza che apre a un futuro consapevole». Con “Pietre di confine” la collana Origini conferma la sua vocazione: indagare le radici locali con sguardo innovativo e accessibile, offrendo al lettore non solo un libro, ma un vero progetto di memoria condivisa.

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