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Agosto 2018

Lara Croft nella

Lara Croft nella “patria del croccantino”

San Marco dei Cavoti, “patria del croccantino” – hanno infatti sede numerose aziende nelle quali si produce artigianalmente un gustosissimo torrone con materie prime ricercate – e, soprattutto, territorio in cui sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici: non poteva esserci cornice migliore nel Beneventano per le avventure di Lara Croft.

Domenica scorsa “Quando Lara Croft arrossì” di Isabella Marchetta è stato presentato nell’ambito della manifestazione culturale “Un’Estate Gavota” organizzata dalla “SannioFortorEuropa”, società per la promozione della cultura e dello sviluppo sostenibile nel Museo “Modern” di Palazzo Jelardi.

L’autrice, archeologa di professione, ha raccontato – dialogando con Stefano Stisi, presidente dell'”Associazione noi del ’63 e dintorni” e con l’editore Vito Epifania – alcuni degli aneddoti riportati nel libro.

In particolare, Marchetta si è soffermata sul legame con la propria regione, la Basilicata, un legame prima di tutto affettivo che si è ulteriormente rafforzato intraprendendo una professione singolare. L’amore verso la Basilicata si èa intrecciato al suo sguardo da archeologa: “La mia Basilicata ha due strade la Jonica di bambina e la Bradanica di archeologa. – si legge in “Quando Lara Croft arrossì” – Alla Basentana voglio dare invece un grande compito: quello di strada da camminare. Le strade della Basilicata hanno il nome dell’acqua che seguono nel loro percorso. Gli uomini moderni ne hanno ricalcato la pioniera traccia, la via furba e veloce degli antichi fiumi e quella aperta e convergente del mare”.

Tuttavia, l’autrice, offrendo uno spunto di riflessione sul binomio giovani-lavoro ha aggiunto di non riuscire a percorrere spesso queste strade così familiari.

Se è vero che si dà per scontato di dover lasciare la propria città per lavorare, è anche vero che in molte realtà del Sud ci sarebbero potenzialità enormi di cui riappropriarsi. Come ha sottolineato Sisti, i nostri piccoli comuni hanno identità e particolarità che, se colte costituirebbero opportunità preziose per i giovani, evitando loro di fare scelte drastiche: “La vera America è qui da noi, nella ricchezza dei piccoli borghi che solo un circolo virtuoso permetterebbe di “sfruttare” in senso positivo”.

A Minervino Murge avventura e mistero con

A Minervino Murge avventura e mistero con “L’enigma di Pitagora e altre storie”

L’antologia “L’enigma di Pitagora e altre storie” dell’autore materano Filippo Radogna, vincitrice del Premio della Critica “E. Vegetti” 2018, sarà presentata a Minervino Murge venerdì 24 agosto in Villa Faro alle ore 19. La serata è organizzata dall’Associazione “Volontari per Minervino” nell’ambito del calendario di appuntamenti dell’estate minervese patrocinata dall’amministrazione Comunale.
Alla serata coordinata dalla giornalista Raffaella Ippolito, della testata MinervinoLive, dopo i saluti della sindaca prof.ssa Maria Laura Mancini, oltre all’autore, interverranno l’editore Vito Epifania e i giornalisti Sissi Ruggi ed Enzo Fontanarosa. I brani del testo saranno letti dalla minervinese Marianna Campanile.
L’antologia di Radogna, che si avvale della prefazione del noto scrittore pugliese di fantascienza Donato Altomare, contiene 16 racconti avvincenti e ben costruiti, tra gialli e noir, passato e futuro, che si dipanano rapidi, con colpi di scena e finali a sorpresa, dove emerge la scrittura giornalistica veloce e netta dell’autore.
Nel testo, definito dallo scrittore Premio Campiello Raffaele Nigro “interessante e sperimentale, tra realismo magico e fantascienza”, ritroviamo un mistery, con protagonista il filosofo Pitagora tra Metaponto, Taranto e le profondità del cosmo. Un giallo, invece, si svolge il 28 agosto 1936, giorno della visita del duce Benito Mussolini a Matera. Altri racconti sono ambientati tra gli antichi Rioni Sassi, sull’abbacinante Altipiano murgico e nei minuscoli paesi dell’entroterra lucano, ma anche pugliese, che furono regno delle fattucchiere.
Filippo Radogna, vive e lavora a Matera. Ama spaziare tra differenti generi narrativi. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Bari, giornalista professionista, ha pubblicato vari saggi storici. Gli sono stati attribuiti numerosi riconoscimenti letterari. Attualmente scrive per il quotidiano “La Nuova del Sud” e collabora con varie testate on line.

“Officina Italia”, il saggio-inchiesta nel cuore della Fiat dell’era Marchionne

È un saggio-inchiesta nel cuore della Fiat dell’era Marchionne, Officina Italia, il testo di Fabio Sebastiani pubblicato nel 2015 e tornato di stretta attualità dopo la morte del numero uno della Fiat.

Sebastiani analizza una figura controversa, quella del manager che salvò la celebre casa automobilistica torinese, rilanciandola in 14 anni, ma che inevitabilmente impose un suo imprinting: “La Fiat, – scrive il segretario nazionale Fiom Cgil nella prefazione – e il settore metalmeccanico, ha sempre rappresentato l’avanguardia dell’offensiva padronale nei confronti del mondo del lavoro. In questo, Sergio Marchionne è il continuatore di una tradizione ben consolidata. Mai, però, il confine raggiunto era stato così avanzato, spingendosi fino al punto, per noi di non ritorno, di espellere il sindacato fuori dal luogo di lavoro”.

Ancora, “La competizione, secondo il modello Marchionne, non si fa sulla qualità dei prodotti, sulla sfida di ripensare in termini ecosostenibili alla mobilità delle persone, ma sulla qualità delle condizioni di lavoro, sulla competizione tra lavoratori di aziende diverse”.

La vicenda della Fiat, da Valletta a Marchionne, fra cronaca sindacale, passaggi economici e presa diretta di chi in fabbrica ha lavorato, viene analizzata in modo capillare da Sebastiani. In Officina Italia coesistono informazione e controinformazione e, in controluce, le intenzioni dell’ad Marchionne: “L’uomo della finanza – continua Landini – che la famiglia Agnelli, oberata dai debiti, vuole al posto giusto al momento giusto. Contro quel che resta della classe operaia, contro i diritti degli operai e a rimpinguare di interessi le casse delle banche americane ed europee”.

Sebastiani, giornalista romano, si occupa di questioni sindacali e ha collaborato con diverse riviste.