Nella cornice dell’Eminialis Festival a Rionero in Vulture si è svolta, nella serata del 26 lugli,o la presentazione della nuova edizione del volume dell’archeologa medievista Isabella Marchetta. Tra i relatori, insieme all’autrice, sono intervenuti l’editore Vito Epifania, la direttrice del Museo Archeologico Nazionale della Basilicata “Dinu Adamesteanu” di Potenza la dottoressa Sabrina Mutino e l’archeologa medievista Alessia Frisetti nel ruolo di moderatrice.
Consapevoli del valore di una archeologia che è parte del presente, presente che sostiene nel suo dialogo continuo con il territorio, i relatori hanno promosso un confronto all’insegna del recupero del senso dell’archeologia urbana, del suo essere parte di un tutto dove entrano l’architettura, l’ingegneria, la storia e tutte le discipline che raccontano di una comunità e ne tracciano l’identità. L’autrice ha voluto ringraziare poi le funzionarie archeologhe del MiC, Francesca Carinci e Sabrina Mutino, i geologi Marco e Francesco Tucci e l’architetto Antonio Bocca che hanno sostenuto l’edizione attraverso contributi di rilievo.
L’archeologo che si misura con gli scavi urbani, ha spiegato l’autrice, si cimenta nella dinamica delle piazze, dei quartieri, della città, nel loro intero svolgersi; una dinamica contemporanea in colloquio con il passato e con il concetto stesso di memoria. L’archeologia quindi si congiunge a doppio filo con l’urbanistica e l’architettura dei centri storici nell’intento sì di fissare la memoria, ma senza perdere di vista l’obiettivo di funzionalità e fruibilità proprio dello spazio urbano: è, in una definizione, un’archeologia per la città. Non si tratta semplicemente di “scavi in città”, ma di un’idea di città tra passato e presente.