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Isabella Morra alla corte dei Sanseverino

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Di Pasquale Montesano

Isabella Morra alla corte dei Sanseverino

Prefazione a cura di Raffaele Nigro

In questo lavoro, sono state sottolineate, tra l’altro, le sue presenze fuori dal feudo di Favale, la frequentazione della corte del Principe di Bisignano, dove tornei cavallereschi, palii, recitazioni teatrali, declamazioni di poesie, esibizioni di musici e altre attività culturali, non erano eventi occasionali, ma costituivano una costante, una regolarità nella vita di corte dei Sanseverino di Bisignano, benefico protettore di molti artisti e letterati. Sono stati evidenziati il suo ruolo di dama di compagnia di Felicia Sanseverino, figlia di Giulia Orsini, seconda moglie di Pietro Antonio, la benevolenza di Erina Castriota Scanderbeg, la reputazione letteraria che ebbe ad acquisire in vita, gli incontri, le conoscenze, le amicizie, come quella con Diego Sandoval de Castro, che alla fine le si rivelerà fatale. Di conseguenza, anche il suo percorso poetico finora edito dovrebbe essere diversamente valutato e riconsiderato.

Isabella si fermò a corte dal 1543 al 1545, fino al matrimonio di Felicia Sanseverino con Antonio Orsini, duca di Gravina e conte di Matera. Subito dopo fece ritorno al castello di Favale, dove nelle feste di Natale si consumò la tragedia. Nell’ultimo anno ricevette un compenso di oltre 92 ducati per il suo ruolo di gentildonna di compagnia.

E, la storia del Paese finisce sempre per intrecciarsi in un connubio inscindibile con quella di Isabella e dei suoi familiari, in Italia e in Francia, dove ritrovarono dignità e onori. È una fortuna che alla poetessa di Favale mancò nella Terra natia, ma che le sarebbe arrisa soltanto qualche secolo dopo, agli albori del Novecento. Ed è rinomanza proseguita e accresciuta a

livello nazionale e internazionale ormai da diversi decenni. Alla Morra è intitolato il Parco Letterario di Valsinni, il primo istituito in Basilicata. “Costruito con la passione del poeta e con la precisione del giallista, scrive in prefazione Raffaele Nigro, il libro scava nelle vicende ultime e drammatiche di casa Morra, sempre con analisi attenta, senza follie inventive ma con delicata partecipazione. Un libro veramente bello, perché scritto con la liquidità che un giornalista impara a dare alla propria scrittura, con l’onestà di chi vuole offrire fondamenta alla storia del proprio paese e utile a tracciare parte della giovinezza di Isabella e partendo dal quale sarà necessario rileggere i sonetti e cercare le corrispondenze con le donne e con i principi a cui velatamente si fa riferimento in ogni verso”.

Descrizione

Sulla tragica vicenda umana di Isabella Morra, la poetessa del ‘500 dell’antica Favale, oggi Valsinni, in Basilicata, si è scritto molto, ma spesso con opere non suffragate da concreti riscontri storici. Con Isabella Morra alla corte dei Sanseverino, Altrimedia Edizioni, Matera, 2017, Pasquale Montesano, giornalista e scrittore, che già in passato si era interessato della Morra pubblicando un inedito carteggio tra Benedetto Croce e Domenico Guarino, il medico di Valsinni che ospitò nel 1928 l’illustre letterato nel paese dove visse e morì la poetessa, è ritornato sull’argomento, con una trattazione ampia e ricca di notizie e di documenti inediti, frutto di ricerche in archivi privati e pubblici in Italia e in Francia, dove i Morra, autori della strage, si erano rifugiati, raggiungendo il padre Giovan Michele Morra ed il fratello Scipione, da tempo alla corte di Francesco I. Da una rilettura attenta, poi, della storia della famiglia Morra, scritta dal nipote di Isabella, Marco Antonio, Montesano ha fatto emergere una serie di imprecisioni, reticenze ed omissioni da parte dello storico, il cui intento era stato soprattutto quello di salvaguardare in ogni modo l’onorabilità del casato. Dalla visione di alcuni fascicoli, poi, si sono potute stabilire datazioni storiche precise di vari episodi, evitando supposizioni e interpretazioni di diversa natura. Tali documenti hanno consentito di apportare qualche ulteriore novità sul paese, sul vissuto e sulla figura di Isabella Morra, appena accennata nella storia della sua famiglia, oscurata dai suoi stretti parenti in Italia e in Francia, valorizzata da molti studiosi e critici letterari, riproposta sovente in superficiali e improvvidi rifacimenti, ma sempre rappresentata nella sua prigionia umana ed esistenziale, tra le tetre mura del castello di Favale. Ma così non fu, non tutto corrisponde alla realtà.

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Dettagli pubblicazione

  • Titolo : Isabella Morra alla corte dei Sanseverino
  • Sottotitolo : Prefazione a cura di Raffaele Nigro
  • Autore : Pasquale Montesano
  • Collana : A sud della storia
  • Genere : Saggio storico
  • Anno : 2017
  • Pagine : 320
  • Formato : 15x21
  • Allestimento : Brossua fresata
  • ISBN : 9788869600593
  • Ebook :

L’Autore

Author

Carmelo Pasquale Montesano è nato a Valsinni, vive e lavora a Matera. Già Direttore tributario dell’Agenzia delle Entrate, svolge attività di giornalista pubblicista. Studioso di storia patria e di tradizioni popolari, ha pubblicato nel 1984 una raccolta di poesie Il giorno per tutti (Rocco Fontana editore), Il Glorioso San Fabiano Patrono di Valsinni (Editrice BMG, 1998); Isabella di Morra – Storia di un paese e di una poetessa, (Altrimedia Edizioni, 1999); Magia e riti nella Valle del Sinni, in Le Terre del Silenzio. Ricerche, studi e documenti per la storia del Basso Sinni (Associazione Culturale INLOCO, 2002); la raccolta di poesie dialettali La Calma e il Vento (Antezza Editori, 2003); la monografia Giuseppe Melidoro – un galantuomo illuminato (Edizione Profecta, 2014); Isabella Morra alla Corte dei Sanseverino (Altrimedia Edizioni, 2017). A cura della Deputazione di Storia Patria per la Lucania: Riflessioni a margine del caso Isabella Morra, in “Bollettino Storico della Basilicata” n. 22 (Osanna, 2006); Il Fascismo in un paese del Sud – Valsinni 1920-1945 (Antezza Editori, 2007); Rivolta legittimista e brigantaggio a Favale (EditricErmes, 2014). Nel 2020 per Altrimedia Edizioni ha pubblicato il saggio "Egidio Alberti. L’ammiraglio in tuta da lavoro che citava Sant’Agostino".

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