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Una vita per un’idea

una vita per unidea

Di Michele Bianco

Una vita per un’idea

Questa raccolta di discorsi e di scritti di Michele Bianco non rappresenta solo l’omaggio giusto e dovuto alla memoria di un uomo per il quale abbiamo, in tanti, nutrito affetto e rispetto: di un uomo di esemplare probità, fermezza ideale, integrità morale, sensibilità umana e sociale. Questa raccolta ha anche un suo valore obiettivo, un suo significato storico, una sua funzione pedagogica: è importante che si moltiplichino tutte le iniziative – testimonianze, studi, dibattiti – volte a reagire a fenomeni devastanti di “distruzione della memoria”.

Se si cancella la memoria del grande e terribile secolo appena conclusosi, la memoria dell’esperienza ancora viva delle generazioni immediatamente precedenti, la memoria del contrastato e spesso drammatico percorso del nostro paese e delle sue forze sociali verso profonde e contraddittorie trasformazioni, non si può attraversare il presente e preparare il futuro con la consapevolezza e la lungimiranza che come non mai oggi si richiede.

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Dettagli pubblicazione

  • Titolo : Una vita per un'idea
  • Sottotitolo : Discorsi e atti parlamentari
  • Autore : Michele Bianco
  • Collana : Quaderni della Biblioteca provinciale di Matera
  • Genere : Saggistica
  • Anno : 2001
  • Pagine : 417
  • Formato : 17x24
  • Allestimento : Cucito filorefe
  • ISBN : 88-86820-22-4
  • Ebook :

L’Autore

Author

L’avvocato e parlamentare comunista Michele Bianco, nato a Miglionico nel 1985 e deceduto a Matera nel 1981, fu combattente nella Prima Guerra e durante quel lungo momento fu fatto prigioniero. Fu prima consigliere comunale e provinciale per il Partito Socialista, membro della frazione “internazionalista”, e poi dovette fuggire per per sottrarsi al fascismo. A proprie spese, nel 1924 da Napoli fece uscire la rivista “Prometeo”. Subì, inoltre, due anni di confino in Sardegna. Nel 1944 tornò a fare politica, dopo un periodo di riflusso, organizzando la Federazione comunistra di Matera per la quale fu segretario fino all’elezione alla Camera del ’48. Rieletto nel 1953, dal 1956 fece parte della potente Commissione centrale di controllo del Pci.

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