Zio Santo

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“I maiali li andarono a prendere coi carabinieri, così come aveva detto don Salvatore.

La Spirdata incontrò Zio Santo con la storna mentre andava a cercar legna al salacaro.

– E i maiali? – gli chiese con la schiuma alla bocca – pane perso, fannullone, come farai adesso? Povera Sandra! Rovinati. Ridotti al lastrico!

– Credi di tirare avanti così? Io non credo che andrai lontano!

Zio santo stava con il capo chino come se non l’ascoltasse. Pensieroso camminava come sempre a passi lenti tirando la cavezza della storna.

Lei gli saltò addosso acciuffandolo col colletto della giacca.

– A te parlo! Per Sant’Innocenzo anche in giro mi prendi! Cosa entra in tasca mia?

Zio santo tremava tutto con le lacrime agli occhi.

– Sono venuti coi carabinieri – le diceva appena con quella voce scordata.

– Cosa potevo fare?! C’era anche don Livio. Manderà a prendere i bambini domenica per mandarli dalle suore.

– Senza pensieri, non sai quello che diceva a scuola donna Marianna? Abbiamo la costituzione in Italia e questo vuol dire tanto per chi la conosce?

Glielo diceva battendo le mani una sull’altra saltandogli davanti come un gallo quando becca le galline nel pollaio.

– Sei povero, tua moglie è ammalata, ti daranno qualcosa.

– Chi? – esclamò Zio Santo.

– Bestia! Che vuoi che te li dia? Il Comune! I soldi delle tasse a chi li danno? Ne sai qualcosa? Quanti imbrogli fa quel pancione di don Ni­cola. Ognuno tira l’acqua al suo mulino, povero chi cade e chiama aiu­to! Devi pagare questo e quest’altro e basta senza chiederti se li hai oppure no”.