Un dramma in Livonia

18,00

“Il fuggiasco s’arrischiò dunque giù per i gradini della piccola scala interna, e discese fino all’impalcatura che sosteneva la macina. Dei saschi di grano erano addossati alle pareti; dunque il mulino non era abbandonato, e funzionava quando il vento era sufficiente ad azionare le sue pale. Quindi, da un momento all’altro, non avrebbe potuto giungere il mugnaio a orientarle? In queste condizioni non sarebbe stato prudente farsi trovare lì; era meglio tornare nella stanza di sopra per riposare qualche ora. In effetti si correva il rischio d’essere sorpresi. Le due porte che davano accesso al mulino erano chiuse con un semplice saliscendi e chiunque, in cerca di un rifugio se la pioggia fosse ripresa, avrebbe potuto rifugiarvisi. D’altra parte il vento rinfrescava e il mugnaio non avrebbe tardato. L’uomo risalì la scala di legno, dando ancora un’ultima occhiata attraverso le feritoie della parete, raggiunse la soffitta e lì, sopraffatto dalla fatica, cadde in un sonno profondo”.

Una nuova traduzione di Massimo Sestili e Giuseppe Panella, con saggi illuminanti a fare da appendice utilissima.

Questo romanzo, considerato ‘opera minore’ fra le creazioni letterarie di Verne, non era pubblicato in Italia da oltre trent’anni.

 

a cura di Giuseppe Panella e Massimo Sestili