Tè verde

8,00

“Sorseggiavo il mio solito tè verde dinanzi la finestra, ascoltando le solite canzoni che si ripetevano da oramai tre anni. Uno dei miei soliti pomeriggi liberi, in pratica vuoti. Non era accaduto nulla di nuovo e stavo lì a fissare il cielo che si tingeva sempre più di rosso. Le ombre delle case s’allungavano e le luci all’interno venivano accese, quasi contemporaneamente. Io rimasi lì, mentre il tè fumante diveniva sempre più freddo. Sorseggiai nuovamente il tè, aspettando qualcosa da quel paesaggio che conoscevo meglio di qualsiasi altra persona. Tutto era sempre uguale. Sempre tutto così statico, immobile. Tombini, pali della luce, case e recinti. Sempre uguali nella loro noiosa esistenza. Le auto che tornavano a casa, assieme a coloro che trasportavano. Sempre la solita scena. La ventiquattrore che si apre, i fogli che si sparpagliano sul viale e il cane che corre verso il suo padrone. L’uomo che accoglie i suoi do­cumenti mentre il cane gli sbava addosso. Che schifo…! Bisogna essere proprio dei cretini a non voler comperare una ventiquattrore nuova! Sorseggiai il tè, vedendo in cielo il solito aereo che passava. Persino le luci intermittenti parevano luccicare nello stesso momento degli al­tri giorni. Chiusi la finestra e appoggiai la tazza sulla scrivania. Mi stesi sul letto pensando a… proprio a nulla. Stavo lì, fermo nel mio solito silenzio, e solo il cuore, ogni tanto, si faceva sentire con il suo lieve battito. Guardavo il bianco del muro, come sempre. Pensai quasi d’addormentarmi, ma avrei prima dovuto cenare. M’alzai, andai verso il lavello, e insaponai i primi piatti. Persino l’acqua ha sempre lo stesso corso. La stessa schiuma, la stessa temperatura. Insaponavo i piatti ben sapendo che avrei nuovamente mangiato pasta al pomodo­ro. L’unica cosa che mi riusciva”.

Esaurito