La musica in gola

12,50

“Fu nuovamente in giardino, luogo in cui piantava di tutto: idee, ricordi e sentimenti. Nel suo tempo libero costruiva utensili colorati e originali come quelli esposti, che gli trasmettevano allegria e soddisfazione. La soddisfazione era dovuta principalmente al fatto che realizzava tutti quegli oggetti con materiali di scarto: biciclette arrugginite, mensole tarlate, bucce di cioccolatini e componenti vari di elettrodomestici fuori uso. Procurava la materia prima per le sue invenzioni rovistando nella pattumiera di casa, ma la vera e propria miniera era il suo quartiere. Quasi ogni giorno, infatti, nel tardo pomeriggio faceva il giro dei cassonetti del rione ritornando a casa furtivo come un ladro con un sacchetto nero sulle spalle e qualche tavola di legno sottobraccio. Anche in quel momento volle fare la consueta incursione notturna alla ricerca di materiale per la sua ultima invenzione. Con l’impermeabile nero ben chiuso e il colletto sollevato fino alle orecchie, Tullio entrò in un vicolo buio armato di torcia, perlustrando i dintorni di tutti i cassonetti e rovistando nei sacchetti aperti con un lungo ramo di pino al quale aveva tolto la corteccia rendendolo liscio e lucente. Custodiva quel bastone in cortile, dentro la scialuppa dei pirati e più volte gli era tornato utile per allontanare dai rifiuti ratti grossi come castori. Dopo venti minuti di ricerca il viso di Tullio si illuminò: tra una buc­cia di banana e quella che un tempo lontano, forse, era stata una fetta di torta di mele, vi era un coperchio di pentola seminuovo. Lo prese senza indugio riponendolo in un sacchetto scuro di plastica e continuò a rovistare sperando di trovare anche la pentola a cui apparteneva”.

Esaurito