La biblioteca dei conti Gattini

20,66

Il libro “antico” ci riporta al passato non solo per il suo contenuto testuale, ma per il suo valore oggettistico. Anche la moderna editoria, ovviamente, pubblica o ripubblica testi d’epoca, ma con criteri ed esiti ben diversi. Il libro “antico”, in particolare, contiene in sé una valenza più complessa. Per dirlo in termini immediati, in esso forma e contenuto denotano entrambi una propria entità, in quanto anche la “forma” (ovvero la veste editoriale) assume, al di là dell’argomento trattato, una dignità sua propria, un’espressività specifica, a suo modo pregnante, com’è di ogni testimonianza storica.

Il libro “antico” è dunque una testimonianza storica nel senso più ampio: testimonianza, tra l’altro, di un’epoca in cui i libri erano considerati bene prezioso, riservato a pochi. Rispetto ai prodotti dell’attuale editoria, una biblioteca di famiglia, di vecchia fondazione, rappresentava un keimelion, un oggetto prestigioso, in grado di attestare uno status elevato, proprio di una condizione aristocratica e “colta”, com’è stato – per l’appunto a Matera – dei Conti Gattini.

Esaurito