A lavoro ci devo comunque andare

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“Così, tenendo ben a mente la lezione di Fitzgerald, il Fitzgerald dei racconti, scrissi Mestieri sentimentali sui personaggi alle prese col lavoro e le storie sentimentali che vi possono nascere. Mi ha molto incuriosito quindi, adesso a distanza di quasi un ventennio dalle mie storie – uscirono nel 1992 – leggere queste di A lavoro ci devo comunque andare, anch’esse dedicate al mondo apparentemente grigio di chi fa l’impiegato e che – come ci ricorda Tramutoli – sembra per destino dover essere perennemente vilipeso, umiliato, preso a simbolo stesso del conformismo e invece… invece, come già dietro la figura meschina della mezzamanica, tracciata da Cechov, Gogol, Dostoevskij, ma anche magistralmente da Balzac e Maupassant – dietro o innanzi alla figura della mezzamanica, dicevo, ecco che si spalanca un mondo pieno di sfumature e caratteri ricchissimi che trova in questa antologia un rappresentativo inventario”.

dalla prefazione di Gaetano Cappelli

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